Ha 96 anni e da due giorni è parcheggiata in Pronto soccorso perchè per lei non c’è un posto in nessun reparto del Santa Scolastica. La donna, che era già stata ricoverata e dimessa per una forte influenza, ha avuto delle complicazioni e ha dovuto fare ricorso nuovamente alle prestazioni sanitarie del nosocomio cittadino. È arrivata disidratata e dolorante e le hanno dovuto mettere una flebo. Sono due giorni che aspetta su una barella, nelle stanze dell’osservazione breve, che le venga assegnato un posto in corsia. Ha superato la seconda guerra mondiale e nel 2017 non trova posto al Santa Scolastica.

In buona sostanza gli utenti varcano la soglia del pronto soccorso per un’emergenza... simile a quella in cui finiscono. Arrivano le prime cure, spesso dopo ore di attesa, per poi rimanere parcheggiati nei corridoi o nelle stanze dell’osservazione breve. Capita a bambini, come capita a centenari. L’età non conta. La “ricetta” è per tutti la stessa: una buona dose di attesa prima di riuscire a ottenere un ricovero o, a volte, anche solo un trasferimento.

Il picco influenzale ha mandato definitivamente in tilt il pronto soccorso. Tra febbri altissime e incubo meningite, il personale prova a fare di tutto ma l’organico è scarso e troppo spesso i turni massacranti. Il sindaco di Cassino torna a incalzare Macchitella ruotando intorno a un unico concetto: l’ospedale di Cassino sembra un malato terminale. Occorre intervenire. «È in sofferenza e non riesce a garantire cure adeguate al suo bacino di utenza». Più e più volte ha lanciato segnali al commissario straordinario della Asl.

In questi giorni, poi, con la disattivazione del servizio trasfusionale domiciliare e dei continui disagi al pronto soccorso «si sono verificate circostanze non consone alla concezione sanitaria del periodo storico in cui viviamo. È giunto il momento di mettere in campo azioni in grado di far funzionare il nosocomio come un vero Dea di I livello. Servono, dunque, personale, la riattivazione di alcune unità operative semplici e strumentazioni consone ai servizi da espletare. Sarebbe quantomeno opportuno sedersi attorno a un tavolo per riuscire a mettere a sistema l’ospedale in base alle risorse e scongiurare un prossimo collasso della struttura».

Un po’ di numeri

Il presidio ospedaliero dovrebbe servire la città di Cassino e il Distretto D della Asl di Frosinone con circa 120.000 abitanti. «Però - continua - trovandosi nella confluenza di diverse direttrici commerciali e di traffico provenienti dall’Abruzzo, dal Molise e dalla Campania, il suo bacino di utenza supera agevolmente le 200.000 persone. Inoltre, la vicinanza dellaFiat, del suo indotto e di molte altre realtà industriali, nonché dell’A1, lo mettono in prima linea nell’esigenza di affrontare un grande numero di urgenze ed emergenze di particolare complessità. Anche se nei documenti ufficiali, il presidio ospedaliero è classificato come Dea di I livello, non sono state completate tutte le opere infrastrutturali come anche non è stato completato l’acquisto delle strumentazioni medico/diagnostiche e la riorganizzazione del personale e delle unità operative per la completa funzionalità della struttura sanitaria in base al dipartimento di emergenza e accettazione assegnato».

Così conclude: «Auspico che dopo questo mio ennesimo appello chi di dovere agirà per evitare altre circostanze incresciose all’interno del S. Scolastica»