È un dolore sotterraneo quello che corre nell’animo delle donne, una ferita che non si cicatrizza mai, al contrario, viene riaperta e resa sempre più dolorante da atteggiamenti persecutori e devastanti. Palesemente o sottilmente violenti. A volte neppure troppo sottilmente: mariti e compagni ricorrono alle mani quando è troppo faticoso usare le parole, deva- stando il fisico e la psiche.

Spesso sono insospettabili a serbare nel cuore le più inaudite forme di violenza domestica, professioniste del centro cittadino o di altri centri limitrofi. Altre volte sono casalinghe o donne poco scolarizzate. Non c’è casistica, solo dramma, a cui lo sportello anti-violenza di Cassino tende una mano perenne, 24 ore al giorno, senza mai stancarsi di prestare la propria opera volontaria e competente.

Ecco allora che, pian piano, aumentano anche le denunce e nel 2016 sono state 50 le chiamate al numero sempre attivo e 30-40 i casi presi in carico, molti sfociati in denuncia alle forze dell’ordine. Molte di più di quelle registrate nel 2015 quando le chiamate furono 37 e 20 le donne che si sono recate al centro per chiedere aiuto. Solo qualche giorno fa, una nuova emergenza. Una donna, po- co più che venticinquenne, con tre figli, era da anni vittima di maltrattamenti fisici, psicologici ed economici da parte del compagno.

Un giorno, di fronte all’ennesimo episodio davanti a uno dei bimbi, ha telefonato. Poi si è materializzata nel centro - in condizioni difficili anche da descrivere - e da lì è iniziato il percorso che l’ha portata in una struttura protetta e assolutamente top secret. Ora, lei e i suoi figli,sono avvolti da un calore mai visto e possono tornare a costruire un futuro fatto di pace e piccole sicurezze quotidiane. Per lei, come per tutte le altre, è iniziato anche un percorso di rafforzamento psicologico che conduce ognuna di loro a un’uscita consapevole dal tunnel.

Sei le persone che lavorano senza sosta e senza compenso allo sportello anti-violenza guidato da Antonella Capaldi: una assistente sociale, due psicologhe, una operatrice di ascolto e un legale. Danno la loro reperibilità costante e la presenza in loco nei giorni e negli orari stabiliti. Lo fanno perché ci credono e sono convinte che questo possa rappresentare un aiuto concreto a una vera piaga della società.

E la politica si è messa al fianco dello sportello e delle donne. Lo ha fatto, a nome dell’amministrazione, il consigliere Francesca Calvani che ha già fatto una prima riunione con i volontari «con l’obiettivo di far sentire la nostra presenza e iniziare a implementare gli strumenti a disposizione dello sportello mettendo in atto una strategia finalizzata a diffondere la cultura del rispetto e della civiltà. Così parteciperemo - ad esempio - al bando per l’apertura di una casa rifugio. Ho sposato questa causa perché la violenza di genere è un problema reale e i casi inizia- no a venire sempre più a galla. E noi dobbiamo esserci e dare tutto il nostro sostegno».