Marchionne lo ha rimarcato giovedì proprio lungo le linee di montaggio di Piedimonte. «Abbiamo finalmente dimostrato di fare macchine alla pari e superiori ai tedeschi. Abbiamo lavorato nel silenzio, l’auto (la Giulia, ndr) l’hanno ideata a Modena, ora è in ottime mani, qui, nello stabilimento di Cassino». In realtà, nel silenzio, ha operato anche il rettore dell’Università. Giovanni Betta è ingegnere nell’animo e nei fatti! E non ha perso neppure stavolta l’occasione di scommettere sul territorio.

Così appena possibile, a 365 giorni dal suo insediamento, ha messo in vendita la Bwm, figlia di una Germania in diretta com- petizione con lo stabilimento Fca di Cassino, per acquistare una fiammante Giulia. Lo farà contando per bene i soldini che l’ateneo può spendere, a nolo, per rispettare la legge di stabilità.

Un tantum al mese per dire Sì a casa Fiat e girare a bordo della splendida berlina che incarna la meccanica delle emozioni che farà rinascere il Biscione. E lui, Betta, che colore ha scelto? Grigio vesuvio... chiaramente! Purtroppo però, il parco auto casalingo parla francese. Da anni Betta acquista Renault Scenic rigorosamente di seconda mano e resta ancorato ai modelli di sempre, purché funzionanti.

Spesso delega ad amici di fiducia la prova dell’auto e la trattativa. Due coincidenze restano incorniciate nel suo passato: la prima nel 2009, quando acquistò una Scenic da un concessionario. Era l’anno delle elezioni del rettore e lui era candidato insieme a De Paolis e Attaianese.

Vinse quest’ultimo al secondo turno e nel le more degli accordi, Betta non volle il binomio con il prof di lettere, perdendo la competizione. Intanto stava cambiando auto e una volta acquistata la Renaul di seconda mano scoprì che era appartenuta a De Paolis. E nel 2015? Stessa coincidenza. L’anno del rinnovo della carica di rettore e lui di nuovo in pista. Stavolta vince. Cambia auto e compra... una Scenic nera. Appartenuta al suo predecessore Attaianese!