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Cassino

Caritas, diecimila interventi

In sei mesi accoglienza per pasti, servizio doccia e ascolto e vestiario. Assistenza anche in carcere. E per combattere l’usura c’è la fondazione Goel: sostegni aumentati da 20.000 a 50.000 euro

Caritas, diecimila interventi

Serpeggiano insidiose e convivono nel tessuto sociale con le forme di benessere. Sono le vecchie e nuove povertà che trovano nella mano tesa della Caritas diocesana una ragione di sopravvivenza, a volte. Sono talmente tanti e tali i servizi offerti che non stupisce che siano stati effettuati quasi diecimila interventi nei primi sei mesi di questo 2025. Attività a supporto di ogni tipologia di bisogno, dal cibo alle bollette, dalla doccia all’ascolto. Un mondo parallelo che nasconde sofferenza e, talvolta, esclusione. Perché le povertà irrompono sulla scena sociale in maniera sempre più evidente, travolgendo certezze e aprendo a nuovi interrogativi. Spesso non si tratta soltanto di marginalità economica, ma di un coacervo di fragilità che coinvolge le famiglie, imprigionandole nella solitudine. E nella spirale finiscono anche insospettabili in cassa integrazione, monoreddito, oppure in precarietà lavorativa.

Gli interventi

A volte hanno bisogno anche solo di un centro di ascolto, sono stati in 400 quelli che hanno bussato a quella porta. Dei diecimila interventi ci sono state poi docce, pasti mensa (intorno ai 7.000), vestiario (sui 400), pacchi alimentari (1.120), 520 pacchi di fresco distribuito a 21 famiglie. E ancora pagamento di utenze domestiche per circa 16.767 euro per 86 famiglie riferibili a bollette, fitti e altre spese familiari. Ma non è tutto. L’assistenza valica anche le mura della casa circondariale di Cassino, il San Domenico. All’interno di quello spazio sono stati ascoltati 70 detenuti mentre gli interventi riguardano 150 kit di igiene, 25 kit di vestiario, una dozzina di medicinali e ricariche telefoniche da usare con il telefono del carcere.

Ma oltre alla direttrice aggiunta della Caritas diocesana di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo e (anche il referente per la fondazione Goel per l’abbazia di Montecassino) Maria Rosaria Lauro chi anima un simile “angelo custode” delle povertà”?
«Sono i volontari, una quarantina, il cuore pulsante dei servizi Caritas e abbiamo continue richieste - dice la Lauro - Ci impegniamo nella formazione di ciascuno affinché possano veramente “innamorarsi” del servizio. La formazione è permanente. Alcuni sono impegnati nella struttura del San Raffaele perché anche lì interveniamo». Tra i servizi, da sette-otto mesi, «abbiamo istituito anche la colazione la mattina, è frequentatissima. Abbiamo pensato che la nostra mensa è “casa” come è casa tutta la Caritas e il buongiorno si dà a chi abita la casa sin dalle prime ore del mattino con il profumo di caffè, di latte e di dolci artigianali fatti da volontari».

Associazione Goel

Oltre alla povertà, c’è l’indebitamento. E quando diventa soffocante si rischia di finire nelle sabbie mobili dell’usura. Succede con frequenza, complice anche il caro vita, oltre alle fragilità economiche. Molti quelli che scelgono la via nefasta dei prestiti a strozzo con l’illusione di uscirne! Esistono presidi come la fondazione Goel concepita, sin dagli albori, per “salvare” i nuclei proprio da questa spirale con aiuti economici concreti e una dilazione congrua nella restituzione. E se prima le somme riguardavano circa 20.000 euro ora sono aumentate, arrivando anche a 50.000 euro (per estinzione debito). Questo avamposto di “redenzione” ha lo scopo di favorire, sostenere, promuovere tutte quelle attività che fanno prevenzione nel lotta all’usura a favore delle famiglie in temporaneo stato di difficoltà economica.

Per vedere la propria pratica accettata il metodo è semplice: è necessario passare per i centri di ascolto diocesani dimostrando la reale situazione di indebitamento. Devono esserci tutti i requisiti e un effettivo stato di bisogno per avere l’aiuto necessario e un piano di restituzione in base al reddito. Agli albori c’era un fondo istituito dai vescovi di 85.000 mila euro poi si è entrati nel programma del Mef (Ministero economia e finanza) dal 2011, quattro anni dopo la nascita.

In buona sostanza, la fondazione è pronta ad aiutare i singoli nuclei a ripartire, a ricominciare, a riscattarsi e lo fa con una relazione corredata di documenti che testimoniano la reale situazione, poi il caso finisce al consiglio di amministrazione per un’ulteriore analisi e successiva delibera, per poi avviare il collegamento con le banche. Si provvede, in questo modo, all’estinzione diretta del debito. Un’altra mano tesa per non finire in brutte... mani.

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