Cassino
07.06.2025 - 11:00
L'ingresso dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano
Stellantis, finalmente una buona notizia: firmato ieri il nuovo contratto che riguarda circa 60.000 lavoratori in Italia, compresi - ovviamente - quelli di Cassino. Si tratta di un accordo per il biennio 2025-2026 per i dipendenti di Stellantis, Ferrari, Cnh Industrial e Iveco che porterà a un aumento del 6,6% che equivale a circa 140 euro in più in busta paga. Con due bonus una tantum da 240 euro l’uno entro giugno e ad aprile 2026. In totale l’accordo permetterà di raggiungere nel quadriennio 2023-2026 un aumento complessivo di circa 350 euro in busta paga. In un momento come questo, di grave e diffusa crisi, la notizia non può che essere accolta con grande soddisfazione sia dalle sigle impegnate sul campo - Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Aqc (mentre resta fuori dal tavolo la Fiom) - sia dai dipendenti che, oltre a un aumento della paga base, vedranno anche delle maggiorazioni, buone ricadute sul Tfr e premi di risultato. Non solo. L’accordo prevede anche l’attivazione di una commissione per l’inquadramento professionale, per introdurre un sistema premiale sperimentale che possa valorizzare professionalità diverse.
«Un risultato importante che ha assicurato il pieno recupero del potere di acquisto in condizioni assai difficili di alta inflazione e di crisi del settore automotive. Un’intesa che pensiamo possa costituire un esempio positivo di relazioni sindacali per tutto il comparto metalmeccanico, nonché un segnale della volontà di continuare a credere nell’Italia» hanno dichiarato Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, responsabile del settore automotive. «Aumenti dignitosi e che confermano la positività delle relazioni sindacali nelle quattro aziende che discendono da quella che fu la Fiat. Confidiamo che esso possa costituire la base comune - hanno aggiunto Ficco e Palombella - su cui affrontare le cruciali sfide industriali che ci attendono per salvaguardare tutti gli stabilimenti italiani».
Mentre per Stellantis arrivano buone notizie, per i metalmeccanici (e dunque per buona parte dell’indotto) si resta al palo. E venerdì 20 giugno lo sciopero riguarderà proprio il rinnovo del contratto. «Con la firma di ieri si chiude il processo di rinnovo contrattuale avviato l’8 marzo del 2023. L’accordo rappresenta una risposta concreta all’erosione del potere d’acquisto e al contempo una base per rafforzare le relazioni sindacali - ha sottolineato Gennaro D’Avino, segretario provinciale della Uilm - Ci attendono importanti sfide industriali, che richiedono la salvaguardia dei lavoratori e una proficua collaborazione con le imprese. Al riguardo, lo sciopero indetto per il 20 giugno, di ulteriori 8 ore (per un totale di 40), evidenzia la necessità di avviare urgentemente un tavolo di trattativa. I lavoratori non scioperano per un singolo punto irrisolto ma per aprire il dialogo, un aspetto che merita seria considerazione. Con la sottoscrizione del Ccsl, inviamo un segnale inequivocabile a Federmeccanica, Assistal e alle aziende del settore metalmeccanico: in Italia è possibile rinnovare i contratti collettivi. È fondamentale ribadire che i lavoratori metalmeccanici non sono né mai saranno considerati di serie B. Persisteremo nella nostra azione fino alla riapertura del tavolo negoziale». «Avevamo già definito la parte normativa per quattro anni e quella economica per due. Quella, appunto, che nel 2023 avevamo tralasciato perché eravamo nel pieno dell’espansione dell’inflazione. Ora, dopo due anni, abbiamo chiuso il cerchio in una situazione che racconta comunque un settore in crisi, ormai da anni» ha spiegato Mirko Marsella, segretario provinciale Fim Cisl, esprimendo soddisfazione per il risultato. «Ancor più importante, vista la crisi del settore auto». Poi aggiunge: «Ci auguriamo che questo accordo serva a far riflettere anche Federmeccanica. La trattativa resta, infatti, bloccata. L’accordo di ieri dimostra che se c’è la volontà i contratti possono essere riaperti anche in situazioni complicate. Per il settore metalmeccanico parliamo di una situazione che riguarda circa un milione e mezzo di lavoratori: è un passo fondamentale poter riaprire la trattativa».
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