Vanno avanti senza alcuna interruzione le indagini per restituire la verità agli abitanti del palazzo di Giustizia che, martedì mattina, sono stati momentaneamente “sfrattati” per colpa di un’aria irrespirabile che ha provocato anche malori.

Vanno avanti tutte le perizie e le elaborazioni dei dati raccolti per verificare da dove si sia potuta sprigionare quella “polvere” che ha iniziato a provocare persistenti colpi di tosse a quanti, alle 9.40, si trovavano nell’aula della Corte d’Assise. Tre i malori per i quali è stato necessario il ricorso alle cure dei medici del Santa Scolastica: nessuna intossicazione, ma malesseri e fastidi. Anche per altre trenta persone rimaste all’esterno del palazzo di piazza Labriola evacuato per precauzione. È stato il nucleo specializzato di vigili del fuoco che con i loro rilevatori di sostanze pericolose e i sensori elettrochimici a escludere la presenza di sostanze tossiche per la salute umana.

Resta tuttavia il mistero dei misteri. Che cosa ha fatto scappare tutti fuori dalla struttura, in preda a bruciori di gola e problemi agli occhi? Al momento, dalle prime indiscrezioni, sembra esclusa l’ipotesi del dolo ma saranno solo i risultati a restituire il quadro dell’accaduto.

Intanto una delle piste potrebbe essere quella di un corto circuito a uno dei sistemi tecnici interni, con il conseguente rilascio nell’aria di qualche sostanza irritante. Ma ogni ipotesi è azzardata e prematura. Sarà il Commissariato di Cassino, guidato dal vice questore Tocco, a risalire alle cause.