Non sempre la laurea è un valore aggiunto per trovare lavoro. In alcuni casi, paradossalmente, il sudato titolo di dottore, rischia di trasformarsi in un boomerang per i giovani in cerca di occupazione che quindi nel loro curriculum omettono di inserire la laurea. Tante fabbriche dell'indotto Fca e non solo, ora che lo stabilimento Alfa ha acceso i motori della Giulia, hanno avviato qualche assunzione selezionando il personale tramite agenzie interinali.

Ebbene, molti ragazzi che hanno conseguito il titolo di ingegnere sono rimasti esclusi a discapito dei diplomati dell'Istituto tecnico industriale. «Ad oggi – riferiscono alcuni sindacalisti e ambienti del settore ben informati – le uniche richieste di assunzione sono per operai semplici. Quei pochi spazi occupazionali che si stanno aprendo sono per periti e in molti casi i ragazzi hanno timore di dire che possiedono anche il titolo di ingegnere perché una volta in fabbrica potrebbero aspirare ad altri ruoli che oggi non sono disponibili: le uniche figure richieste sono difatti quelle di perito chimico o meccanico».

Doppia beffa per i dottori dopo il dossier di Almalaurea che traccia un quadro impietoso per i laureati dell'ateneo cassinate che, quando trovano lavoro, hanno stipendi ancora al di sotto della media. Vanno meglio gli uomini, che si attestano su una media di 1.279 euro, mentre le donne sono ferme a quota 965 euro per una media totale di 1.182 euro. E spesse volte, quel titolo tanto desiderato, bisogna tenerlo chiuso nel cassetto per paura di perderlo il lavoro, anziché trovarlo.