Ancora emergenza per il centro trasfusionale del Santa Scolastica che ad agosto è stato quasi sempre chiuso. A pagarne le spese come sempre i pazienti e gli utenti, più di quaranta, che quotidianamente hanno bisogno dei servizi prestati dall’ambulatorio.
Il Ferragosto è passato senza sangue, o per meglio dire il sangue c’è ma deve arrivare dall’ospedale di Frosinone dove è rimasto l’unico medico responsabile dello smistamento delle sacche. Ecco cosa accade, un paziente che ha bisogno di una trasfusione può, quando è chiuso l’ambulatorio al Santa Scolastica, recarsi direttamente nel nosocomio di Frosinone, o può presentarsi al pronto soccorso, già oberato di lavoro e con carenze di personale sanitario. La sacca viene richiesta a Frosinone dove un incaricato deve andare di persona per ritirarlo, qualora si dovesse presentare un altro paziente, quella persona deve riportare la sacca già ordinata a Cassino e ritornare a frosinone per prenderne un’altra. Una cosa assurda ed uno spreco di tempo e risorse.
Per non parlare poi delle emergenze che si possono verificare nei reparti o nelle sale operatorio, sebbene il personale medico sia sempre molto attento e preparato, l’urgenza può capitare ed ecco che ancora una volta a rischio sono messi i pazienti. «Questo meccanismo è assurdo - ha dichiarato un paziente che usufruisce degli ambulatori ospedalieri per cure quotidiane - non si rendono conto che qui noi rischiamo la vita. C’è chi magari ha possibilità di seguire le terapie a casa, magari pagando infermieri privati, ma chi non può è costretto a seguire gli iter folli di questa strana burocrazia sanitaria». Ci sono poi molti cittadini che fanno parte di una fascia sociale debole e a volte disagiata, persone anziane che vivono da sole e che solo grazie all’aiuto di amici e vicini riescono a raggiungere l’ospedale per le terapie, per loro è praticamente impossibile andare a Frosinone. «L'ospedale di Cassino versa in condizioni disperate. Zingaretti ha il dovere di mettere in campo azioni in grado di efficiente i servizi e tutelare la salute dei cittadini. L'ultima tegola caduta sul nosocomio della città martire, ovvero la chiusura del laboratorio trasfusionale, sta compromettendo anche il lavoro di molti altri reparti del presidio ospedaliero cassinate» ha dichiarato Mario Abbruzzese, vice presidente della Commissione Sviluppo Economico, Lavoro e Pmi, che è intervenuto sulla situazione emergenziale. «È giunto il momento di mettere da parte le rivoluzioni e le pessime razionalizzazioni e incominciare a risolvere le problematiche reali prima che si verifichino episodi gravissimi a cui non si potrà porre rimedio. Sono ben 18 i medici che mancano all’organico e i professionisti in servizio sono costretti a turni massacranti che potrebbero mettere a rischio la propria inculumità e quella dei pazienti» ha concluso Abbruzzese.