Che non sarebbe finita con la chiusura del villaggio di Natale câera da aspettarselo, tanto che allora lâabate di Montecassino, Donato Ogliari, disse al âCorriere della Seraâ che allâAlabaneta sorgerà unâ«agrifarm, non un caseificio» e che le polemiche, per lui, erano frutto di «equivoci e strumentalizzazioni».
Lâimprenditore Daniele Miri gli fece eco: «Nei prossimi incontri concorderemo con lâambasciata polacca anche altri aspetti del progetto futuro». Quello che, con fattoria e birra, durerà quindici anni: proprio nello stesso territorio, vicino al cimitero polacco e su un pezzo di storia dâEuropa, valorosa e insanguinata.
Il contratto scovato a dicembre scorso in merito al progetto dellâAlbaneta voluto da alcuni imprenditori, parlava chiaro. Articolo 9: «Il canone dâaffitto è così determinato: allâabbazia vanno 15 centesimi per ogni litro di birra venduto, 2,5 euro per ogni pernottamento, un euro per ogni coperto e 20 centesimi per ogni biglietto dâingresso»; naturalmente, «per i monaci appartenenti allâabbazia di Montecassino lâingresso sarà sempre libero».
Corsi e ricorsi storici
Tutto questo succedeva lo scorso mese di dicembre, quando - forse per la prima volta - molti cittadini sono venuti a conoscenza dellâAlbaneta, territorio «sacro» per molti popoli: dai polacchi a tutti quelli che sono morti nei tentativi di sfondare la linea Gustav, sbarramento tedesco nellâItalia centrale. E ora questo posto, poco distante dallâAbbazia di Montecassino, torna nuovamente sotto i riflettori. Dopo le proteste che avevano portato alla chiusura del mercatino e della vicenda, e che avevano suscitato talmente tanto clamore tanto che lâargomento era finito sui banchi del consiglio comunale con una mozione dellâallora consigliere Durante, parla il progettista Giacomo Bianchi che spiega come si articolerà il progetto âAlbaneta Farmâ chesarà presentato ufficialmente a settembre a tutta la cittadinanza.
Lâarchitetto, che evidenzia come prima del clamore suscitato dallâiniziativa di Miri nessuno conosceva lâAlbaneta, argomenta: «Il Monastero dellâAlbaneta ha fatto la storia insieme allâabbazia di Montecassino. Ora, allâinterno di un recupero delle aziende agricole, lo stesso monastero diventerà parte di questo progetto di recupero anzitutto con una messa in sicurezza di quello che resta del monastero, un recupero di tutte le superfici utili rimaste intatte al momento del bombardamento e sarà portato avanti con la Sovrintendenza e tutte le istituzioni preposte».
Polemica social
Ma le rassicurazioni dellâarchitetto non bastano e su social subito si scatenano le polemiche. E le domande: «Chi è il committente? Quale sarà il guadagno lucrato in un posto sacro che è stato altare di tante giovani vite? Lâimprenditore vuole fare profitto. Punto». Ma non mancano i tanti sostenitori: «Che ben vengano imprenditori o persone disposte ad investire il proprio denaro al fine di valorizzare unâ area che sino a qualche giorno fa era sconosciuta ai cittadini di Cassino e dagli stessi abbandonato».