Una storia che continua ad appassionare. Una "favola" che continua ad emergere ricca di dettagli e particolari. Per molti cassinati il suo nome vuol dire poco, ma per i grandi dello spettacolo italiano e internazionale lui è l'amico fraterno, il confidente, la persona più stretta a un genio del cinema internazionale: Stanley Kubrick. Stiamo parlando di Emilio D’Alessandro.

Il suo nome è finito alla ribalta delle cronache locali quando il documentario a lui dedicato ha vinto il "David di Donatello", il più prestigioso premio cinematografico italiano cui tutti i lavoratori del grande schermo possono ambire.

E la storia di Emilio D'Alessandro ha valicato i confini della provincia di Frosinone. In ogni parte d’Italia, come all’estero, viene osannato, ascoltato, interrogato su questo rapporto speciale che aveva con il grande regista. Purtroppo, però, "nessuno è profeta in patria" e se in ogni parte d’Italia lo hanno invitato nel corso degli anni a raccontare la sua storia a Cassino c’è stato solo… silenzio. Nessun amministratore delle passate gestioni ha mai pensato di creare degli eventi su di lui.

Intanto, però, il clamore mediatico continua senza sosta. Nei giorni scorsi è arrivato nell’abitazione cassinate di D’Alessandro il celebre attore, conduttore e comico Paolo Ruffini. Proprio lui sulla sua pagina ufficiale di Facebook (che conta oltre due milioni di contatti).

"C’è un signore di Cassino che nel salotto di casa ha il tappeto di Shining e nel garage degli attrezzi ha i costumi di "Eyes Wide Shut", il ciak di "Full Metal Jacket", e molti altri cimeli – ha scritto Ruffini - Si chiama Emilio D’Alessandro e "S Is For Stanley" è un documentario su di lui. Il miglior amico, il più grande confidente e il più stretto collaboratore di Kubrick è un omino dalla semplicità sconvolgente. Forse è stata proprio questa schietta provenienza rupestre a fare breccia nel cuore del geniale regista. Alex Infascelli ha diretto uno degli affreschi più interessanti degli ultimi anni: un film sull’amicizia, sulla disciplina, sul valore e sul cinema. Gli aneddoti sono clamorosi e rischierei di bruciarvi tanti passi salienti del film. Vi dico solo che Kubrick non ha più fatto un film con Jack Nicholson perché a Emilio non stava simpatico".