“Ora si dimetta”. Lo chiede a gran voce l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone alla luce del fallimento sulla vicenda Acea. E ne elenca i motivi: “È venuto fuori, in tutta evidenza, che il sindaco - al di là di quanto detto, promesso, sbandierato e assicurato, in ordine alla vicenda dell’acqua, in campagna elettorale - ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza e impreparazione rispetto a un problema che sicuramente gli ha fatto vincere le elezioni. Non è riuscito a trovare una soluzione, non ha voluto sentire né avere il sostegno di chi gli aveva proposto soluzioni su chi poteva basarsi per risolvere il problema. Ha taciuto quelle che erano delle evidenze, come in quel consiglio in cui non ha detto dell’arrivo della Pec dalla prefettura in cui si annunciava l’insediamento del commissario o nell’ultima assise quando ha annunciato in tono trionfalistico che il suo ricorso aveva sospeso il procedimento. Non ha seguito l’unica strada percorribile che era quella della nostra proposta nel penultimo consiglio di ricorso per incidente di esecuzione nell’ambito del giudizio di ottemperanza, invocando la legge 221 del 2015. E alla fine ha fatto solo una battaglia di retroguardia, impugnando la nomina del commissario ad acta. Alla luce di tutto ciò, stante il fallimento manifestato nella sua azione amministrativa io ne chiedo le dimissioni”.

L’ex consigliere Vincenzo Durante, ieri mattina, in Comune ha annunciato: “La battaglia non è finita ancora. Gli estremi giuridici non ci sono, ci sono quelli della “ribellione”. Cassino non può cedere l’acqua ad Acea, bisogna dar seguito al referendum”.