Separati anche in tribunale. E non stiamo parlando di coniugi. Questa volta a finire davanti al giudice, l’uno contro l’altro, sono stati due (ex) genero e suocero, coinvolti in situazioni familiari ormai al limite. Tanto da essere stati rinviati a giudizio entrambi. Sempre per gli stessi fatti, ma per due accuse differenti. Così i fascicoli aperti in Procura sono stati due, dai quali ora sono discesi altrettanti procedimenti. Ma distinti: il genero era stato già rinviato a giudizio per lesioni personali. Nei giorni scorsi anche il suocero - dovremmo ricordare sempre “ex” - ha avuto la stessa comunicazione: l’inizio di un processo a suo carico, questa volta per minaccia con arma da fuoco.

La storia

Che non vi sia nulla di scontato quando si parla di rapporti familiari è ormai una realtà acclarata e condivisa da tutti. Che spesso le relazioni personali diventino il binario su cui lanciare vagoni di violenza gratuita, sapendo bene dove poter colpire, pure. Talmente rari i casi in cui le famiglie sono ancora in grado di restare unite da rappresentare delle eccezioni. La storia finita nelle aule del tribunale di Cassino lo dimostra senza troppa difficoltà.

Questa volta non sono soltanto i due (ex) coniugi ad aver affrontato l’ingresso in aula. Nei guai con la legge sono infatti finiti suocero e genero. Dopo la separazione tra moglie e marito, probabilmente a seguito proprio di dissidi nati dall’iter doloroso e complesso che sancisce giuridicamente la fine di un amore, i rapporti tra il papà di lei e il suo ex marito si sarebbero irrimediabilmente compromessi. Parole dure, dall’una e dall’altra parte. Ognuno con le sue monolitiche ragioni.

Poi dissapori che si sono ben presto trasformati in disprezzo. Fino alla violenza, raccontata dalle due parti in modi e tempi diversi. Così da dare vita a processi persino differenti, in un intreccio di querele e controquerele.

Le accuse

Dopo l’ennesima discussione il genero, un operaio di quarant’anni della città martire, e il suo ex suocero - un ultrasessantenne - avrebbe raggiunto l’abitazione di quest’ultimo per chiarire. Per dirgli una volta per tutte di uscire fuori e affrontarsi su questioni ovviamente personali, forse legate alla separazione avvenuta.

Sarebbe stata in questa circostanza che la “questione d’onore” andava affrontata da uomini. A questo punto, però, la ricostruzione dei fatti diventa complessa. Il suocero ha dichiarato alle forze dell’ordine che il quarantenne lo avrebbe aggredito. Una denuncia da cui è scaturito un processo per lesioni personali che si è già instaurato a Cassino.

A sua volta il genero ha sporto denuncia, dichiarando invece di essere stato minacciato dall’uomo con un fucile. E anche in questo caso l’uomo - rappresentato dall’avvocato Francesco Spallino - è stato rinviato a giudizio. A marzo dovrà presentarsi in aula per rispondere, dunque, di minaccia aggravata. I due, per loro sfortuna, saranno costretti a frequentarsi molto più del previsto. Questa volta in tribunale.