La frase che scatenò la violenza non è, per fortuna, quella detta da Materazzi a Zidane, prima della celebre testata del francese al difensore durante la finale dei Mondiali 2006. Ma l’effetto dell’incomprensione in campo sembrerebbe essere stato lo stesso.

Ieri, dopo l’apertura del processo, a riferire ciò che successe nel 2015, nel derby per il passaggio in semifinale tra una squadra amatoriale di Pontecorvo ed una di Cassino, è stato l’arbitro. Lo stesso che, a suo dire, avrebbe ricevuto una forte testata alla tempia da uno dei giocatori, difeso dall’avvocato Angela Caprio, chiamato ora a rispondere di minaccia e lesioni personali davanti al giudice pace di Cassino.

Un’aggressione mai avvenuta nelle modalità e con la violenza descritte dalla presunta vittima, invece, secondo la difesa dell’imputato pronta a dimostrare la sua estraneità dalle contestazioni. La partita “della discordia” venne disputata a Pontecorvo. Sul 2 a 0 l’arbitro fischiò per l’espulsione di tre giocatori del Cassino. E iniziarono malumori e toni concitati divenuti via via più accesi.

In tre, sembrerebbe, tennero uno “scambio di vedute” a dir poco movimentato con l’arbitro che ieri ha raccontato l’aggressione subita e ripercorso tutti i momenti di poco precedenti alla contestata testata. Poi il degenerare della situazione e la denuncia presentata nei confronti di quel quarantenne, alto due metri e piuttosto prestante, che avrebbe assestato una bella testata colpendo l’arbitro sulla tempia destra.

Ora, dopo la testimonianza della presunta parte offesa, la parola passerà al giocatore passionario. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 31 ottobre. Sempre davanti al giudice Pagliarella.