Pec o non Pec? Questo è il dilemma. Un dubbio che ha attanagliato e arrovellato il cervello delle forze di opposizione consiliari, convinte di trovarsi di fronte a un “mostro sacro” della politica: il sindaco D’Alessandro. Ma tutto si è sgonfiato in poche ore, con nuovi retroscena e rivelazioni.

I fatti

Il dilemma nasce nel giorno di martedì, quando va in onda – in diretta streaming - il consiglio comunale-fiume. Ma il fiume di parole scorre più sulle dichiarazioni programmatiche che sul tema dell’acqua. Tuttavia quando viene affrontato il punto sull’acquedotto il sindaco conduce la sua nave con grande capacità, integrando addirittura la delibera preparata dalla maggioranza con una proposta della minoranza e portando a bordo la votazione unanime.

Ma c’è chi ha giurato che poco prima del consiglio fosse arrivata sulla mail del Comune una Pec in cui la prefettura annunciava l’arrivo del commissario. Le dichiarazioni del prefetto, di mercoledì mattina, poi, sono andate a rafforzare la notizia. La dottoressa Zarrilli aveva annunciato l’ingresso del vice prefetto Raio a Cassino «in piena tranquillità e d’intesa con il sindaco». Una conferma servita sul piatto d’argento della polemica. Dunque, il sindaco sapeva ma non ha detto? Perché? E mentre, ieri, gli animi si surriscaldavano Carlo Maria ha gettato acqua gelata su tutti.

«Non era stato comunicato a nessuno, né a me né ai membri del mio staff che il Commissario sarebbe arrivato in mattinata. È pervenuta, però, una nota della Prefettura qualche ora prima del Consiglio di martedì, nella quale il Prefetto ha ribadito di comprendere tutte le motivazioni che il Comune aveva esposto nelle note in cui si chiedeva la revoca della nomina commissariale e che però queste spiegazioni, purtroppo, non avevano fatto parte del giudizio, ovvero non erano state discusse precedentemente nei contenziosi con Acea e quindi l’autorità di governo non ne poteva, purtroppo, prendere atto».

Cioè? Nessun accenno alla presenza di Raio? Possibile? Evidentemente sì. Perché quella lettera è successiva a un incontro preliminare che lunedì c’era stato tra i legali del Comune e il commissario prefettizio. Incontro nel quale non erano mancate le “pressioni” dell’ente per la sospensione della nomina, non legittimata - nella linea interpretativa del sindaco - alla consegna degli impianti.

Il testo della lettera

A parlare è la nota del prefetto, che recita - più o meno - così: «La signoria vostra ha chiesto di soprassedere e sospendere la nomina, pur comprendendo le motivazioni contenute e rappresentate tuttavia non si può evidenziare che queste motivazioni non sono contemplate dalla sentenza del Consiglio di Stato alla quale la scrivente è costretta a dare esecuzione. Pertanto il commissario ad acta dovrà provvedere a consegnare all’Acea i beni afferenti al servizio idrico, questo sulla base della ricognizione dei beni di cui al verbale del 4 giugno 2015 sottoscritto dai tecnici del Comune ed Acea Ato 5» Dunque, neppure una riga sull’arrivo di Raio. Ma allora perché non è stata menzionata nel consiglio? Il sindaco giura di averla ricevuta e letta dopo l’assise quando la segretaria gliel’ha consegnata. Poi, solo all’indomani, sarebbe arrivata la telefonata del dottor Raio che annunciava la partenza da Frosinone di lì a dieci minuti. «E la mia risposta è stata “anche io tra dieci minuti devono partire per Roma. Qui ci sarà il mio staff”».

Ora si guarda avanti. Da una parte la strategia di attacco: per Carlo Maria il commissario può solo incaricarsi della ricognizione degli impianti, la consegna è “sbarrata” dal fatto che è stata finora trascurata la convenzione con Acqua Campania. E cioè, Acea può anche prendersi gli impianti ma l’acqua è del comune. Dove si approvvigionerà in mancanza di accordi negoziali? Ecco perché D’Alessandro è pronto a far partire altre lettere e ricorsi. In primis, contro la stessa nomina di Raio. E nei prossimi giorni - come ha annunciato - si metterà a “scrivere”!