L’operazione è scattata nella notte. E nel mirino della Guardia di Finanza è finito anche un imprenditore del Napoletano, residente in Irlanda, che aveva deciso di scegliere il Cassinate come location ideale per il giorno più importante: convolare a nozze con la sua dolce metà - della provincia di Latina - festeggiando in un luogo esclusivo dell’hinterland della città martire. In stato di fermo, insieme allo sposo, anche altre cinque persone residenti tra Cervaro, Sant’Andrea del Garigliano ed Aquino. Due delle quali originarie proprio di Cassino e Arpino. Di costoro, tre sono quelli rappresentati dall’avvocato Roberto Catanzariti.

Indagati a piede libero per le stesse ipotesi anche un sessantenne ed un quarantacinquenne di Boville Ernica, oltre ad un sessantaquattrenne di Pignataro Interamna. Quasi una cinquantina i soggetti coinvolti a vario titolo in quella che sembra essere una delle più grandi operazioni contro le truffe e frodi transnazionali sulle accise relative ad alcolici e superalcolici.
Un sistema che passava attraverso l’Emcs (sistema informatizzato comunitario per il controllo tra gli Stati membri dei prodotti in sospensione d’accisa). L’operazione, partita da Agrigento, ha coinvolto mezza Italia, Cassinate compreso.

Il matrimonio finisce male

A raggiungere, intorno alle 4 della notte il neo sposo all’interno di un hotel del Cassinate subito dopo la fine dei festeggiamenti per renderlo edotto della sua posizione, prima di portarlo in carcere in attesa di convalida, sono stati i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Cassino, coordinata dal colonnello Fortino, che hanno operato con i colleghi di Agrigento portando a termine una operazione a dir poco brillante.

Immaginabile la reazione del marito quando i finanzieri lo hanno fermato con l’accusa di associazione finalizzata alla frode transazionale. Ancor più quella della sposina, “abbandonata” a poche ore dalle nozze. Secondo alcune primissime informazioni trapelate in ambito investigativo, sembrerebbe che alcuni degli invitati presenti fossero proprio(in parte) i soggetti finiti sotto la lente dei finanzieri.

Il modus operandi

“Criminal drinks” il nome dell’inchiesta a firma del procuratore Renato Di Natale e dei sostituti Ignazio Fonzo e Andrea Maggioni, destinata a far parlare a lungo di sè. In base alla ricostruzione degli inquirenti alcuni dei principali indiziati avrebbero creato fittizi depositi fiscali proprio per commettere le contestate frodi fiscali tra Agrigento, Milano, Torino, Voghera e Alessandria - puntando sul Cassinate – in regime di sospensione delle accise «destinati a dare l’apparenza della ricezione materiale dei prodotti alcolici per mezzo del sistema Emcs con la compilazione di falsi documenti amministrativi elettronici che avrebbero consentito di attestare il trasferimento al Fisco di beni alcolici nei vari depositi fiscali, che in realtà non vi sono mai giunti».

Fin nel Cassinate

Commercialisti, esperti telematici, amministratori e intermediari tra i depositi fiscali: questi i ruoli contestati ai cassinati finiti nella maxi indagine. In particolare sembrerebbe che il ventiquattrenne di Arpino, residente a Sant’Andrea, bloccato quasi in contemporanea con il settantenne di Cassino residente a Cervaro (entrambi ora in stato di fermo) avrebbe completato materialmente i documenti elettronici amministrativi risultati poi falsi. Una organizzazione perfetta - o quasi - secondo i finanzieri, che sono riusciti a bloccare un giro d’affari da oltre 20 milioni di euro. Atteso il completamento delle attività per conoscere tutti i dettagli dell’operazione.