Frigoriferi, pneumatici di auto e camion, rifiuti pericolosi, televisori, mobili, materassi, persino carcasse di animali. È stato ritrovato di tutto nella discarica a cielo aperto, sulla strada provinciale Cassino-Terelle, posta sotto sequestro preventivo dall’Enpa del nucleo guardie zoofile della sezione di Cassino su disposizione del Gip del tribunale di Cassino. Le operazioni, partite da un deposito di rifiuti abbandonati sulla piazzola, si sono poi concentrate nella sterminata discarica - a 20 metri sotto il livello della strada - nell’area denominata “Fosso del Cipresso”.

Un lungo lavoro d’indagine compiuto dall’Enpa, attraverso il quale ha ottenuto l’autorizzazione dal gip per procedere al sequestro. «La nostra sezione Enpa di Cassino - ha spiegato il presidente Massimiliano Di Cicco - ha proceduto a perlustrare la zona. In particolare, sotto il ponte a circa 20 metri sotto il livello della strada dove si intravedevano ulteriori materiali che a causa della folta vegetazione non era possibile identificarli al meglio. Un posto di difficile accesso: siamo dovuti scendere lungo la scarpata dove si è arrivati sul letto di un ruscello. Abbiamo dovuto constatare una situazione di gravissimo inquinamento ambientale, molto più grave del precedente, dovuto al ritrovamento di un deposito in cui risultano abbandonati rifiuti pericolosi».

Una vera bomba a orologeria, l’ennesima nel Cassinate. L’area è stata transennata con apposita segnaletica. «Abbiamo descritto la situazione con l’invio anche di numerose fotografie e con la richiesta di un sequestro preventivo di tutta l’area coinvolta ovvero della piazzola e quella del Fosso del Cipresso - ha aggiunto Di Cicco - Il pm Cerullo ha apprezzato il nostro lavoro e ha richiesto al gip Lanna il sequestro preventivo dell’area che, vista la documentazione da noi fornita, ha emesso immediata disposizione del sequestro di tutta l’area. Il lavoro è stato espletato in piena sinergia con la Procura di Cassino che è apparsa molto attenta alla problematica ambientale che ricordo è in costante crescita esponenziale, sul nostro territorio».

Ora dopo il sequestro dell’area, l’Enpa chiede alle istituzioni la bonifica dell’intera area coinvolta. Una cosa non semplice, come constatato dall’associazione, nonostante l’area “Fosso del Cipresso” sia demaniale. «Nelle nostre ricerche non è stato possibile accertare l’ente pubblico proprietario - ha concluso Di Cicco - per i vari rimbalzi di competenza a cui anche una normativa non chiarissima da luogo alle solite “comode” interpretazioni».