La misura del fermo per il quarto uomo, quello che gli inquirenti hanno considerato il basista, non è stata convalidata. Per le ipotesi formulate carico del quarantottenne catanese, rappresentato dallâavvocato Francesco Malafronte, fermato nella stessa zona in cui i rapinatori si erano dileguati, lâuomo sottoposto a fermo di polizia giudiziaria sarebbe stato il quarto di cinque soggetti accusati della rapina ai danni dellâistituto postale di Piedimonte San Germano. «Il quarantottenne proviene dalla stessa città da cui giungono gli altri correi (anzi, abita proprio nella stessa via di uno di essi); si trovava inoltre in compagnia di tutti loro nelle ore antecedenti al fatto.
Anzi - scrive il gip Lanna - sostanzialmente ha garantito loro lâospitalità presso lâabitazione della compagna la sera prima della rapina. Dunque non è peregrino pensare ad un supporto logistico: è anche immaginabile che possa aver offerto un contributo efficiente non solo alla perpetrazione materiale ma anche inserendosi nelle fasi precedenti». Ma la difesa dellâavvocato Francesco Malafronte è circostanziata: il quarantottenne avrebbe prestato lâauto ai tre rapinatori non sapendo a cosa servisse. E da Catania sarebbero spuntati anche alcuni testimoni a suo favore.
Una ricostruzione certosina, quella affidata agli uomini della polizia giudiziaria, ai carabinieri e alla polizia (che hanno sottolineato come lâuomo fosse presente 2 giorni dopo la rapina a perlustrare la zona forse in cerca di parte della refurtiva o persino di armi) a cui si opporrebbe, però, quella della difesa. Lanna, fatti salvi «futuri sviluppi investigativi in grado di modificare il quadro indiziario» ha deciso per la remissione in libertà dellâuomo.
I dettagli
Secondo il racconto delle vittime fornito agli inquirenti, impegnati senza sosta (che sono tuttâora sulle tracce del quarto uomo, dileguatosi con il bottino da 17.000 euro) durante la fuga uno dei rapinatori avrebbe perso persino parte della refurtiva. In particolare uno dei coinvolti, nel tentativo di salire su un muretto con la recinzione in ferro per allontanarsi avrebbe fatto cadere la seconda cassetta con i soldi che si è aperta, facendo spargere le banconote a terra. Il complice, a quel punto, sarebbe tornato indietro cercando di nasconderle nelle tasche. Poi la fuga repentina con alcune banconote ancora a terra. Mentre una delle vittime era riuscita ad aprire una seconda porta gridando: «Aiuto! à una rapina». Quindi il parapiglia: alcuni residenti fuori dalle abitazioni, sui balconi così come la mobilitazione del personale di una scuola. E lâarrivo fulmineo delle forze dellâordine che immediatamente hanno bloccato i rapinatori con unâazione rocambolesca.