La prima campagna social finisce in Tribunale. A pochi giorni dalla conclusione del primo turno, e quando al ballottaggio mancano poco più di cento ore, uno dei candidati nelle liste di Petrarcone si è recato al commissariato di Polizia e ha sporto una denuncia-querela nei confronti di più persone.

Il candidato, oggetto di scherno e di battute, ma anche di pesanti accuse, ha atteso con pazienza che si chiudessero le urne dopo di chè ha stampato tutto il materiale dal web e ha portato tutto all'attenzione degli organi competenti che ora faranno le dovute indagini prima di procedere con eventuali sanzioni nei confronti delle persone interessate citate dal candidato consigliere.
Al di là di come termineranno le indagini, se ci sarà o meno un processo ed eventuali condanne – che spettano solo ed esclusivamente alla magistratura – un dato emerge con chiarezza e non lascia spazio a diverse interpretazioni: la città di Cassino non ha saputo rispondere nel modo giusto alla prima campagna social per le elezioni comunali.

La piazza virtuale ha dimostrato di essere decisamente peggiore di quella reale dei comizi, delle chiacchiere da bar e da marciapiede. Su facebook, in particolare, sono spuntati reporter improvvisati, gruppi dove ognuno ha potuto dire tutto e il contrario di tutto. Candidati sindaci messi alla berlina con fotomontaggi e sfottò poco edificanti, per i diretti interessati ma anche per chi ha pensato e realizzato le immagini.

Neanche le elezioni universitarie che si sono svolte il mese scorso e che – vista la giovane età dei partecipanti avrebbe avuto la giustifica ad eventuali comportamenti – è mai scesa così in basso. I ragazzi hanno saputo utilizzare i social per fare la campagna elettorale, in modo decisamente migliore degli adulti. Dove, tra le altre cose, l’overdose delle dirette su facebook, il più delle volte non richieste, è stato un fenomeno che è decisamente sfuggito di mano. Alla destra e alla sinistra. Ma anche ai Cinque Stelle. Che pure, su facebook, hanno la loro origine. E invece nulla: è stata una delle peggiori campagne elettorali, da far rimpiangere quelle in cui la notte venivano assoldate squadre di attacchini per strappare i manifesti delle liste degli avversari. Che scattasse una denuncia c’era da aspettarselo. E potrebbe non essere l’unica, e neanche l’ultima del candidato in questione. I leoni da tastiera sono avvisati.