Un altro addio. Stavolta sicuramente meno doloroso per monsignor Bernardo D'Onorio. L'ex abate di Montecassino e arcivescovo di Gaeta ha lasciato il suo incarico. Ora andrà in pensione: ma a Formia, in quella terra che lo amato sin dal primo istante. E non sul sacro monte dove ci sono i confratelli di una vita. Non tornerà tra quei monaci che lo hanno eletto successore di San Benedetto nel lontano 1987, prima che a 67 anni venisse chiamato a guidare la diocesi pontina.
L'annuncio è arrivato alle 12 di questa mattina, nella cattedrale di Gaeta, in contemporanea con la sala stampa vaticana e con la parrocchia di Valmontone. Sì, perché il suo successore è un "semplice" sacerdote. Una personalità illuminata, un docente del seminario di Anagni, un prete umile e sempre discreto. Un identikit perfetto per entrare nelle grazie di papa Francesco che lo ha scelto per l'arcidiocesi del Lazio nonostante nessuno lo avesse ancora nominato vescovo.
Don Bernardo - come tutti lo chiamano nella "sua" Cassino - ha letto dapprima la lettera del Nunzio Apostolico monsignor Bernardini con la quale si comunicava che il Santo Padre Francesco aveva accettato la sua rinuncia al governo pastorale dellâArcidiocesi di Gaeta, presentata nellâagosto scorso, per sopraggiunti limiti di età . Poi il decreto di nomina del suo successore. Si tratta di monsignor Luigi Vari, del clero della diocesi di Velletri-Segni, finora vicario episcopale per la pastorale e parroco della parrocchia di Santa Maria Maggiore a Valmontone. E' direttore dell'istituto di Teologia al seminario Leoniano anagnino ed è stato professore di quasi tutti i sacerdoti della diocesi di Sora-Cassino.
Nella stessa circostanza il Papa ha nominato DâOnorio amministratore apostolico dellâArcidiocesi di Gaeta fino alla presa di possesso canonico del nuovo arcivescovo. Dovrà guidare la chiesa locale per alcuni mesi ancora, i tempi tecnici per lâinsediamento.Â
Bellissime le parole pronunciare da D'Onorio nel momento del suo congedo, davanti al clero e ai fedeli. Tanti i ringraziamenti e anche un messaggio di scuse "se qualche errore ho commesso". Poi gli abbracci e le lacrime.