Occupa un terreno per costruire una scuola e un centro sociale senza mai provvedere all’esproprio. E viene condannato. A restituire il bene (salvo una sanatoria) e a pagare i danni è il comune di Pignataro Interamna chiamato davanti al Tar dal proprietario del terreno in questione.

Si tratta di un’area di 2.0621 metri quadrati che con una delibera consiliare - la 41 del 30 ottobre 1999 - il Comune autorizzava, per la durata di cinque anni dall’immissione in possesso, l’occupazione temporanea d’urgenza per un totale di 1640 metri quadrati. In realtà poi, come denunciato dal ricorrente, ne venivano occupati 421 in più rispetto a quanto previsto. «Nei cinque anni di occupazione autorizzata si verificava la trasformazione irreversibile del terreno e l’opera pubblica veniva realizzata - si legge nella sentenza del Tar - ma il Comune non concludeva entro tale termine il procedimento espropriativo». Per questo il privato ha citato in giudizio (prima davanti al tribunale civile di Cassino, che dichiarava di fatto il proprio difetto di giurisdizione) davanti al Tar il comune di Pignataro Interamna che, dal canto suo, aveva avanzato l’eccezione di prescrizione. 

(Maggiori approfondimenti nella nostra edizione di oggi, 16 FEBBRAIO, in edicola)