Suoli contaminati dimenticati, difficilmente presi in considerazione dalle cronache nazionali, e traffici illeciti - a cavallo tra Basso Lazio e la Campania - dove gli ecocriminali hanno agito indisturbati troppo a lungo. Una storia che, purtroppo, si ripete sempre uguale in diverse parti del nostro Bel Paese. La battaglia deve essere condotta a quattro mani. Forse sarebbe meglio dire a piene mani. Perchè la lotta agli ecoreati, purtroppo in aumento, non deve essere affidata solo alle forze dell’ordine o agli addetti ai lavori.

La difesa dell’ambiente deve partire da una coscienza ambientale differente. Ne sono convinti gli illustri relatori dell’incontro promosso dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio e prontamente accolto da quello dei Chimici, tenutosi ieri nell’aula Magna dell’Università degli Studi di Cassino. Nelle pieghe del complesso tema affrontato, anche realtà molto vicine a noi, come la centrale nucleare del Garigliano (alle porte dei comuni della Valle dei Santi come Coreno e Ausonia) in fase di decontaminazione. O come, a poca distanza, il deposito dell’Eni mai bonificato. Oppure, ancora, il famoso caso del Nocione a Cassino - terreno intriso di veleni e di rifiuti ospedalieri - chiuso per «sopravvenuta prescrizione».

(L'APPROFONDIMENTO NELLA NOSTRA EDIZIONE DI OGGI, 13 FEBBRAIO, IN EDICOLA)