A Belmonte Castello c'è una sola chiesa. Arroccata e caratteristica, la parrocchia è stata da sempre il punto di riferimento del paese. Ma dal 2008 non è possibile entrarvi. Dunque, vietato anche sposarsi o celebrare funerali. I giovani che desiderano convolare a nozze devono puntare su paesi vicini mentre per i morti le esequie si svolgono direttamente nel cimitero. La messa domenicale viene celebrata in una piccolissima cappella.

Nel febbraio 2008 a causa di un terremoto la struttura subì delle lesioni. Il genio civile stabilì la chiusura precauzionale, in attesa di interventi di messa in sicurezza. Lavori mai partiti. Così il sindaco finisce sotto accusa.

La gente è stanca di aspettare. E a raccogliere il sentimento popolare è il gruppo di opposizione composto da Emilio Roncone, Fabio Iannarelli e Sergio Iannetta: "Ormai, visto il tempo trascorso (quasi un decennio) è rimasta solo la speranza di riaprirla, perché di certezze davvero non ce ne sono. Tutto ciò evidenzia colpe, negligenze ma soprattutto incapacità nella gestione di questa situazione, evidentemente da addebitare all’attuale amministrazione che è succeduta a se stessa.

Da anni ormai, il sindaco Iannetta, promette interventi imminenti e risolutivi, nel grottesco e approssimativo tentativo di “mettere una pezza” a questo decennio della vergogna. Sorte migliore non ha avuto l’ex scuola elementare situata in Via Pozzi, anch’essa danneggiata dal sisma e presto diventata deposito di oggetti di scarto (televisioni, divani, e sporcizie di ogni genere) al pari della Chiesa, quest’ultima ormai luogo di deposito di ponteggi e materiale edilizio;  a proposito dell’ex scuola giova ricordare che era stata oggetto di ben due interventi di consolidamento e di ristrutturazione proprio poco prima del sisma, interventi a quanto pare del tutto inconsistenti ed inutili. Come è evidente dopo oltre 30 anni, questo sindaco al paese non ha portato nulla di serio, solo rattoppi stradali, lampioni a dismisura , malandate strade rurali e la riapertura della cava. C’è da meditare".   Â