Coronavirus, mascherine, ed i mali del web. Nei giorni scorsi è stato postato sui social lo scontrino d'acquisto di due mascherine per l'importo totale di 20euro; mascherine che, secondo venditori da noi sentiti, costano oggi non meno di 15euro cadauna. L'attacco, riverberato dai professionisti dei like, sarebbe stato portato da un ex dipendente della Savone Store, marchio storico apprezzato e stimato nel mondo del commercio.

La famiglia Savone non intende subire tali attacchi, e reagisce con il comunicato che riportiamo "La società Savone Store ritiene necessario compiere, con riguardo alle segnalazioni, ai posts e alle denunce apparse sui social networks circa il prezzo di rivendita di mascherine che la scrivente società pratica da alcuni giorni, talune precisazioni che facciano luce sugli abusi ad essa asseritamente ed inopinatamente ascritti. Invero, la Savone Store - come agevolmente desumibile dalla documentazione fiscale in suo possesso - ha fissato il prezzo di vendita al pubblico delle mascherine in parola proporzionalmente al prezzo di acquisto imposto dai fornitori, nel rispetto delle disposizioni di legge vigenti e giammai insensibile alla necessità diffusa della collettività di disporre dei presidi sanitari utili a proteggersi dal contagio del virus Covid - 19".

La commercializzazione delle mascherine - contrariamente a quanto rappresentato - è stata condotta dalla scrivente società evitando opportunamente di porre in essere azioni o condotte che potessero finanche in astratto configurare una pratica commerciale scorretta o costituire un abuso in ragione dell'irreperibilità di analoghi presidi sanitari sul territorio nazionale: l'emissione di regolare documento fiscale - analogamente pubblicato in rete - è essa stessa prova incontrovertibile della correttezza rigorosamente osservata dalla Savone Store nella commercializzazione dei richiamati prodotti. In ragione di quanto innanzi ed avuto riguardo alla palmare evidenza degli elementi addotti e descritti, la Savone Store respinge recisamente le accuse alla stessa immotivatamente e gratuitamente rivolte, riservando, in ogni caso, di richiedere alle Autorità Competenti il perseguimento di quanti si siano resi responsabili del reato di diffamazione e finanche di calunnia, anche a tutela dell'immagine commerciale dell'azienda e non meno del buon nome della compagine sociale e del suo organo amministrativo".