Buoni numeri per l'export della provincia di Frosinone. L'esame dei dati sulla produzione pubblicati da Eurostat ed elaborati da Confartigianto confermano la fermata della locomotiva tedesca.

Ad ottobre 2019 la produzione industriale in Germania è scesa dell'1,5% rispetto a settembre, a fronte del -0,5% della media dell'Eurozona; tra i maggiori paesi un segnale positivo (+0,5%) proviene dalla Francia mentre segnano una flessione Italia (-0,3%) e Spagna (-0,4%). Su base tendenziale il trend della produzione in Germania peggiora passando dal -5,6% di settembre al -6,3% di ottobre; si accentua la flessione anche in Italia, passando da -2,2% di settembre al -2,4% di ottobre. L'export manifatturiero verso la Germania sta decelerando, con una variazione del +0,4% nei primi nove mesi del 2019, in riduzione rispetto al +0,6% dei primi due trimestri del 2019; nel terzo trimestre dell'anno l'export verso la Germania ristagna (+0,1%).

I settori in maggiore difficoltà – Tra i principali prodotti, la Germania registra le più ampie riduzioni delle proprie importazioni dall'Italia per Autoveicoli (-7,7% nei primi nove mesi del 2019) e Apparecchi elettrici (-5,9%); in flessione anche l'export di Carta (-4,2%) Tessili (-3,6%), Chimica (-3,5%), Pelle Metalli e prodotti in metallo (-3,1%), Mobili (-2,6%), Gomma e plastica (-1,3%), Abbigliamento (-0,8%) e Computer e apparecchi elettronici (-0,2%). Trend differenziati sul territorio.
In ventiquattro province, che cumulativamente rappresentano un quarto (25,2%) del made in Italy in Germania, nei primi tre trimestri del 2019 l'export scende e peggiora il trend rispetto ai primi due trimestri dell'anno; in altre 31 province, in cui si concentra il 29,6% delle esportazioni, il segno è negativo ma registra un miglioramento. In zona positiva si collocano 30 territori – per un ulteriore 29,3% di export – che registrano una crescita ma in decelerazione e le rimanenti 23 province, con il 15,8% delle vendite in Germania, dove l'export cresce e migliora.

Tra le maggiori trenta province – che concentrano oltre i tre quarti del made in Italy in Germania – stanno soffrendo maggiormente la frenata dell'economia tedesca i territori di Alessandria (-13,3% nei primi tre trimestri del 2019, peggiora il -10,0% nei primi due quarti dell'anno, pesano i cali nei metalli e gioielleria), Lecco (-9,9%, era -5,9%, con accentuazione nei macchinari), Torino (-6,9% era -6,0%), Cremona (-6,1% era -1,4%), Chieti (-5,9%, era -8,1%), Pordenone (-5,7% era -6,2%), Como (-5,7%, era -6,5%), Varese (-5,4%, era -3,7%), Trento (-5,1%, era -2,8%), Udine (-4,8%, invariato), Bergamo (-4,2%, era -4,8%), Monza e della Brianza (-3,8%, era -4,4%), Brescia (-3,5%, era -2,7%), Padova (-2,1%, era -2,8%).

Tra le maggiori province si osserva il segno positivo, con variazioni superiori ai due punti percentuali a Novara, Bolzano, Verona, Milano, Parma, Bologna, Cuneo, Piacenza, Roma, Firenze e Frosinone; in crescita anche Reggio Emilia e Mantova. In chiave regionale, considerando le dieci maggiori regioni, che insieme spiegano il 93% dell'export in Germania, si osservano le situazioni maggiormente critiche in Abruzzo (-6,9% nei primi tre trimestri del 2019, in peggioramento rispetto al -9,8% nei primi due trimestri dell'anno), Piemonte (-3,4%, era -2,1%), Marche (-2,4%, era -5,1%), Lombardia (-2,3%, era -1,3%), Veneto (-0,4%, era -0,2%). In territorio positivo l'export per il Lazio (+16,6%, confermando il +16,5% dei primi due trimestri), la Toscana (+6,0%, era +5,6%), il Friuli-Venezia Giulia (+1,9%, era +2,2%), l'Emilia-Romagna (+1,6%, era +1,1%) e il Trentino-Alto Adige (+0,4%, era +0,9%).