«Dopo la Lombardia e la Campania, il Lazio con 9.545 operazioni finanziarie sospette si colloca al terzo posto tra le regioni italiane per l'anno 2018. Tra le province del Lazio a Roma sono state segnalate 7.943 operazioni finanziarie sospette, seguita da Latina con 714, Frosinone 518, Viterbo 232, Rieti 132». La provincia di Frosinone si colloca in terza posizione e occupa, nella regione, un posto poco invidiabile. È quello che sostiene Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio. Ma c'è da aggiungere anche un altro dato che rinforza l'allarme nel basso Lazio.

«In provincia di Latina si verifica l'aumento più rilevante nella regione con 110 operazioni in più rispetto al 2017», ha detto. L'analisi è stata condotta dalla Unità Informazione Finanziaria della Banca d'Italia, tramite le segnalazioni di operatori finanziari pubblici e privati». Sono numeri che fotografano una situazione molto critica su questo fronte e dove anche le inchieste della Procura con emissioni restrittive, sono aumentate. «Le operazioni finanziarie sospette – aggiunge Cioffredi – riguardano principalmente le attività di riciclaggio connesse alla criminalità organizzata ed in parte alla corruzione e all'evasione fiscale, fenomeni di frequente intrecciati fra loro.

Il riciclaggio svolge una funzione inclusiva dei criminali nella vita sociale ed economica e realizza un perverso intreccio fra soggetti e risorse legali e illegali. La criminalità organizzata vede convivere livelli meno evoluti, dediti ad attività delittuose legate al territorio e più esposte alle azioni di contrasto, con livelli più sofisticati con approccio di tipo affaristico per gestire i propri interessi illegittimi. In campo ci sono enormi riserve di liquidità e il riciclaggio, per il fatto di realizzarsi sulla frontiera fra legalità e illegalità, richiede la collaborazione e la creazione di network relazionali, rapporti con una pluralità di attori apparentemente esterni al contesto criminale: amministratori pubblici, burocrati, liberi professionisti e imprenditori in grado di inquinare l'economia legale. Da parte delle mafie tradizionali viene privilegiata la scelta di investire con profitto i capitali di provenienza illecita a Roma e nel Lazio, in quanto la vastità del territorio e la presenza di numerosissimi esercizi commerciali, attività imprenditoriali, società finanziarie e di intermediazione, immobili di pregio consentono di mimetizzare gli investimenti e la progressiva penetrazione nel tessuto economico ed imprenditoriale del territorio.

I settori in cui le mafie continuano incessantemente ad investire i propri capitali sono rappresentati soprattutto dall'edilizia, dalle società finanziarie e immobiliari, e nell'ambito del commercio, dall'abbigliamento, dalle concessionarie di auto, dalla ristorazione, dalle sale da gioco. L'obiettivo di contrastare la zona grigia rappresentata da chi trova conveniente non porsi domande di fronte alle operazioni sospette di riciclaggio non può essere delegato solo alla robusta splendida ed efficace azione di contrasto della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma».