Il Comune condannato in Corte d'Appello a risarcire un pubblico dipendente. Vittoria della Uil Fpl di Frosinone. Il giudice del lavoro aveva già dato ragione all'impiegato che è però dovuto ricorrere contro l'appello proposto dall'amministrazione comunale.
Svolgeva a tutti gli effetti mansioni superiori, il Comune dovrà ora riconoscergli la differenza retributiva pari a circa 14 mila euro, più le spese processuali.

La vicenda vede protagonista un impiegato all'ufficio tecnico, ancora oggi in servizio. Dopo la sentenza in primo grado che ugualmente riconosceva le ragioni del dipendente, il Comune ha perso anche in appello. Continua la difesa dei lavoratori del pubblico impiego da parte della UIL FPL di Frosinone che ha fatto condannare l'ente al pagamento della vertenza e al raddoppio del contributo unificato. Il dipendente difeso dagli avvocati Giuliano Risi e Ida Germani era già riuscito in primo grado a documentare il mancato pagamento delle differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. E' dovuto però ricorrere contro l'appello proposto dall'amministrazione comunale.

La vertenza è arrivata così inevitabilmente alla Corte d'Appello di Roma, dove con apposita sentenza, presieduta dal magistrato Rossana Brancaccio, con i colleghi Olga Pirone e Roberto Bonanni, hanno accordato al dipendente difeso dalla UIL FPL l'adeguato risarcimento richiesto. "Questa è una nuova vittoria, ancora una volta, ottenuta in giudizio dal nostro Sindacato –ha commentato Paolo Pandolfi, segretario territoriale del comparto pubblico UIL- e rappresenta per noi, non solo una prova di orgoglio che premia il nostro minuzioso lavoro di assistenza legale, ma la conferma di quanto la nostra vigilanza sui posti di lavoro sia sempre a servizio dei lavoratori. Un'attività, quella della UIL FPL di Frosinone, davvero costante, anche perché assicurata con estremo scrupolo dai nostri legali che, in questa specifica occasione, a nome del collega di Veroli che si è visto riconoscere il dovuto, ringrazio". Doppia vittoria per l'impiegato pubblico che si è visto riconoscere 14 mila euro, mentre il Comune è stato condannato anche al pagamento delle spese legali.