Quasi 500 storie di abusi e maltrattamenti negli ultimi tre anni. In quelle 483 notizie di reato giunte in procura a Cassino nel 2016, nel 2017 e nei primi nove mesi del 2018 ci sono 483 vite sfibrate dalla violenza nata tra le mura domestiche, spesso a carico di mogli, madri e figlie. Rileggendo in controluce le cifre che caratterizzano il territorio in cui viviamo consci del fatto che rappresentano solo una parte delle vittime poiché molte non denunciano per paura o per vergogna si capisce come negli ultimi anni ci sia stato un esponenziale aumento delle violenze. Un dato che rappresenta una sconfitta per tutta la società civile.
Se nel 2016 le notizie di reato giunte in procura risultavano essere 132, nel 2017 erano salite a 177. Ben 174 quelle fino al 15 ottobre di quest'anno: considerato che manca più di un mese alla fine dell'anno (e due mesi e mezzo per la stima complessiva), il 2018 non lascia alcuna speranza. A queste andrebbero affiancate le misure di divieto di avvicinamento e quelle di allontanamento, legate a doppio filo con i casi di stalking. Le persone iscritte nel registro degli indagati per violenze e maltrattamenti (142 nel 2016; 200 nel 2017; 186 nei primi 9 mesi del 2018) sono perlopiù uomini. Ovviamente tra quelle carte spuntano anche i nomi di mogli e conviventi chiamate a rispondere degli stessi reati ma la sproporzione è davvero impressionante. Di tutte queste vicende, poi,solo una parte va a processo e indicativamente poco più di un terzo arriva a sentenza definitiva,"complici" anche i tempi lunghi della giustizia.

Il Centro Antiviolenza
A raccontare le storie di vessazione e violenza fisica, di costrizione mentale e di soprusi sono anche i dati offerti dal Centro Antiviolenza dei Servizi sociali del Comune di Cassino. La referente, assistente sociale e volontaria del Centro, la dottoressa Silvia Crolla, ha tracciato un quadro ben preciso: 56 le richieste d'aiuto giunte al centralino da gennaio ad oggi. Di queste, tre vittime hanno rinunciato; delle restanti 53,31 casi restano ancora aperti. «Rispetto al 2017 le richieste d'aiuto sono raddoppiate -spiega la dottoressa Crolla- Ci siamo attivate anche quest'anno all'interno delle scuole di Cassino e abbiamo potuto constatare che pure i docenti sono allarmati visto l'aumento delle violenze in famiglia: occorre garantire un supporto continuo ai ragazzi. La violenza non ha età e neppure ceto sociale: riceviamo richieste di aiuto da minori, donne giovani e meno giovani, professioniste e casalinghe. Meno frequenti, ma più per vergogna, i casi degli uomini picchiati da mogli o compagne: solo cinque negli ultimi cinque anni. Vogliamo diffondere la cultura del rispetto a 360° a partire dalle scuole perché altrimenti continueremo solo a raccogliere denunce e ad affrontare casi».

Il rispetto prima di tutto
Fondamentale la diffusione con manifestazioni e campagne di sensibilizzazione della cultura del rispetto: su questo binario si inseriscono le numerose iniziative (molte già svolte) contro la violenza, come quella di ieri a Piedimonte dove il Comune ha organizzato un flash mob in piazza, sistemando scarpe e indumenti rossi sulle scale del Municipio e inaugurando una panchina posta a simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Così, allo stesso modo, la Rocca Janula di Cassino è stata illuminata di rosso. Venerdì all'Università si terrà una manifestazione dal titolo «La violenza contro le donne è un problema di tutti», patrocinata dal Comitato Unico di Garanzia,dal laboratorio anti-discriminazione e dalla consigliera provinciale di Parità, Fiorenza Taricone. Domenica in piazza Labriola verrà offerta una lezione di autodifesa dedicata a tutte le donne, in occasione della giornata dello Sport indetta dall'assessore Di Mambro.