Quando una guerra per la comunità si trasforma in una guerra personale e la forza batte qualsiasi tipo di nemico. Questa è la testimonianza di Carmine Di Mambro, consigliere comunale di Cassino, conosciuto da molti in provincia come "consigliere coraggio". In realtà Carmine è un uomo normale, un marito, un padre, un figlio e un fratello. Un uomo che ha sempre lavorato e che non ha mai vissuto di politica, ma ha fornito il suo contributo al bene comune guidato dalla passione e dall'amore per la sua terra. Carmine era già alle prese con un desiderio, quello di far "partire" il Registro dei Tumori anche nella nostra provincia. 

Il caso, il destino, la fatalità, chiamiamola come ci pare, ha voluto che la battaglia portata avanti per la comunità lo abbia colpito e ferito. Quando è arrivato il tumore nessuno era pronto, in realtà non lo è mai nessuno. Nonostante le esperienze familiari, nonostante la certezza che il sangue freddo possa guidare anche i più "esperti", tutti si ritrovano a fare i conti con un mostro immateriale che si manifesta proprio dentro di noi. Così quello che è sempre stato un uomo forte, un punto di riferimento per molti, un tornado di impegni, deve sbattere il muso contro la paura, guardare negli occhi la donna che ama, il figlio che adora, le sorelle, i nipoti e gli amici e cercare di trovare la forza e il coraggio. Non è facile, le parole escono, ma lo sguardo tradisce e si riflette negli occhi di chi ci sta di fronte. Il mostro c'è, e non è dietro l'angolo, è dentro di noi, fa parte di noi. A volte sembra quasi di sentirlo, scalciare,arrabbiarsi, graffiare l'anima e il cuore. Carmine è partito per la sua personale crociata, senza mai lasciare quella per tutti i malati della provincia. Ma il mostro ha alzato la posta e proprio quando sembrava di essere a metà strada verso le rive della guarigione un colpo di testa e Carmine si è "scollegato" dal mondo. Sono stati giorni difficili per Carmine e interminabili per chi è rimasto ad aspettarlo. Ma lui ce l'ha fatta, il suo corpo ha raccolto tutte le forze, tutta la voglia di tornare dall'adorata moglie e dal figlio, Carmine è stato più tosto di qualsiasi destino.

Ancora oggi, con una lunga riabilitazione e con attenzioni quotidiane, quell'ometto lì dagli occhi chiari e dal carattere caparbio si aggira per le strade della città martire, in viaggio verso Roma e Frosinone per far sentire la sua voce. Nell'ospedale capitolino che lo ha in cura il suo è un caso unico che tutti studiano e supportano tra l'entusiasmo e l'incredulo. Carmine Di Mambro ogni giorno si sveglia con un solo obiettivo, quello di far partire il Registro dei Tumori in questa provincia: "Non sarà il metodo per sconfiggere il cancro, non l'ho mai pensato – spiega – ma questi dati serviranno per fare una mappatura delle patologie e dei luoghi di incidenza più frequenti, questo potrebbe fare la differenza per gli screening e la prevenzione di alcune malattie. Sapere che in un territorio i dati confermano la presenza di una tipologia di tumore aiuterà sicuramente i medici e i ricercatori a fornire mezzi adeguati. La malattia non si sconfigge ma si combatte. Non è una questione di burocrazia, perchè il "brutto male", come molti lo chiamano, non presenta domande protocollate e non rispetta termini e delibere, arriva e devasta. Allora, nel rispetto delle normative, la situazione va affrontata di petto dalle Istituzioni e con più forza, come se quella malattia fosse un killer pronto a ucciderci tutti, perché in effetti è un po' così. Il cancro è il killer silente della società in cui viviamo. Nelle regioni e nelle province dove questo strumento è attivo da anni i dati parlano chiaro, avere un quadro della situazione offre i mezzi per affrontare la guerra, battaglia dopo battaglia".

Ma Di Mambro non si ferma mai e in questi mesi si è dato da fare per assicurare alle famiglie dei piccoli pazienti che il neuropsichiatra infantile della clinica San Raffaele, figura di riferimento per decine di piccoli malati del territorio, potesse tornare al suo posto nella struttura della città martire. Il consigliere si è fatto carico delle istanze dei genitori che circa un anno fa hanno visto venir meno lo specialista. Motivi burocratici, tecnici e simili hanno reso la vita di intere famiglie più complicata e buia. Ma la sinergia con le istituzioni e la caparbia di Di Mambro, ancora una volta, sono state foriere di buone notizie e il medico è tornato a lavorare con i bimbi.