Si torna a parlare dell'eruzione del Vesuvio e della città di Frosinone, e del sito del Casaleno in particolare, come punto di accoglienza degli sfollati.

L'argomento "esodo" è stato dibattuto nel decimo congresso internazionale "Cities on vulcanoes" in corso di svolgimento, fino al 7 settembre, a Napoli. Si stima, in caso di eruzione del Vesuvio, ma anche dei Campi Flegrei, la necessità di evacuare 700.000 persone residenti nell'area rossa e altri 50.000 della zona di Pozzuoli. Una parte di questi sfollati si dirigerà verso la Ciociaria e nello specifico a Frosinone, dove a marzo del 2016, si tenne una tre giorni di esercitazione della protezione civile per far fronte proprio a un'emergenza del genere. Frosinone è, infatti, un punto di accoglienza come certificato dalla protezione civile regionale nel "Piano di emergenza regionale per il trasferimento e l'accoglimento della popolazione dei comuni di Ottaviano e Napoli, gemellati con la regione Lazio, che sarà evacuata dalla zona rossa a seguito dell'eruzione del Vesuvio".
Nel piano si legge che «Tenuto conto della vicinanza con la Regione Campania, a tale scopo la Regione ha previsto che i punti di incontro nel territorio della provincia di Frosinone e di Latina siano anche i punti di prima accoglienza». Nello specifico è prevista l'assistenza di circa 11.800 residenti del comune di Ottaviano. Questi saranno trasportati, a cura della Regione Campania, con un sistema di bus navetta (se ne prevedono circa 800) fino alla stazione ferroviaria di Caserta. Da lì, anche con il supporto del personale della Regione Lazio, sempre via treno, è previsto l'arrivo a Frosinone verso il punto di prima accoglienza. Altre 19.800 persone dalla stazione dei Campi Flegrei saranno indirizzate a Latina «dove la Regione allestirà i punti di prima accoglienza definitivi -si legge nel piano- o punti di transito verso i punti di prima accoglienza di Frosinone». Si stima, nel periodo, una media di 16 bus navetta per ora.

Il punto di prima accoglienza di Frosinone, nell'area del Casaleno, è stato scelto per la sua posizione baricentrica. I treni da Caserta proseguiranno senza sosta per la stazione di Frosinone «dove la popolazione evacuata sarà fatta scendere, attraverso il supporto di Polfer, carabinieri e prefettura di Frosinone, e posta sui bus navetta fino all'area di prima accoglienza».
Nella zona intorno allo stadio, come è stato per l'esercitazione del marzo 2016 cui partecipò, infatti, una delegazione di Ottaviano, c'è spazio a sufficienza per allestire i campi per l'accoglienza di popolazione e soccorritori. 
La scelta di Frosinone è stata effettuata per la presenza nei pressi dell'ospedale, del casello autostradale, che permette l'arrivo della colonna mobile ma anche di chi autonomamente decidesse di raggiungere Frosinone, come pure dell'aeroporto militare, in grado di garantire, all'occorrenza, il trasporto di persone, mezzi e materiali a fini di protezione civile, nonché della Monti Lepini. Stimata nell'area una capienza di ventimila persone e tremila auto. E ciò garantisce «la piena funzionalità del punto identificato»