La piazza dello spaccio, la prima, vera organizzazione criminale diffusa nel Lazio. È questo quanto emerge dal terzo rapporto Mafie nel Lazio, presentato ieri mattina al WeGil dal presidente della Regione Lazio e dal presidente dell'associazione Libera, Don Luigi Ciotti. Ma dire che la criminalità sia soltanto spaccio, sarebbe prendere il problema sottogamba. Nella Capitale I numeri sono chiari: soltanto nella Capitale ci sono almeno 100 punti di spaccio radicati, che funzionano 24 ore al giorno senza pause. I quartieri più interessati sono la Romanina, Pigneto, Montespaccato, Borghesiana, Primavalle, San Basilio e Ostia, anche se i numeri vedono "in testa"Tor Bella Monaca, dove è registrata la maggiore concentrazione di punti di spaccio, gestiti da 11 diverse organizzazioni che si spartiscono la zona. Registrati nel 2017: 6 processi penali con 29 indagati per associazione a stampo mafioso; 58 processi con 412 indagati per reati con l'aggravante mafiosa; 102 processi con 1.010 indagati per associazione finalizzata al traffico di droga; 21 processi con 164 indagati per traffico di rifiuti; 9 processi con 40 indagati per usura. Il tutto senza contare i quasi 8mila chili di droga sequestrati dalla polizia, sempre nel 2017.
Il caso di Frosinone
Il Rapporto della Regione concede ampio spazio alla provincia di Frosinone, riportando alla luce tre eventi cardine del 2017.
Il primo riguarda le indagini della Procura di Cassino e della Dda in merito al sodalizio criminale di Elio Panaccione, operativo nella piazza di Labriola e dedito allo spaccio.Pannaccione «guidavalabanda anche dal carcere, per mezzo di lettere al suo braccio destro, per mantenere vivo il vincolo associativo che lo lega alla struttura organizzativo».Poicisono icasidiviolenza e i condizionamenti di «agguerrite organizzazioni criminali formate da esponenti della malavita locale, operanti nelle case popolari dell'Ater», nel cosiddetto Casermone di Frosinone città. Si tratta dell'operazione Fireworks operazione di carabinieri e squadra mobile. Infine, c'è l'inchiesta Intoccabili, che ha fermato «un'agguerrita organizzazione criminale guidata da Diego Cupidodetto "il biondo". Una struttura caratterizzata da un sistema completo nel campo dell'illecito traffico di stupefacenti perché l'unico gruppo si occupa tanto dell'ap provvigionamento, quanto del confezionamento e della successiva vendita al dettaglio massimizzando così i guadagni».
Il caso di Latina
Numerose le pagine dedicate a Latina e provincia nel Rapporto sulle Mafie. Il riepilogo della criminalità inizia con i casi del sud pontino, dove tra il 2014 e il 2016 sono stati compiuti ben 11 attentati ed intimidazioni che rappresentano chiari «reati spia» della mafia. «Nel contesto territoriale del basso Lazio molteplici sentenze, come 189 sopra menzionato, hanno confermato l'operatività di associazioni di tipo camorristico federate con il clan dei Casalesi, o talvolta diretta espressione del sodalizio». Spostandosi a Latina città, compare il nome dell'ex onorevole ed ex presidente del Latina Calcio Pasquale Maietta, oggi indagato nell'operazione Arpalo ma già comparso nelle relazioni della Commissione parlamentare d'in chiesta sulle mafie in merito alla precedente inchiesta Olimpia, «operazione volta al contrasto della criminalità organizzata» e che svela «gravi delitti nel contesto della pubblica amministrazione» e per «gli stretti legami con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata locale, particolarmente violenta, a cui risulta essere parimenti assoggettato il Comune di Latina».
Ma non finisce qui, perché nel capoluogo pontino, «va ricordato che è in avanzata fase dibattimentale il processo allafamiglia Crupiper reaticonnessi al narcotraffico aggravati da modalità mafiose». Poi c'è il caso di Aprilia, sempre nella provincia pontina, dove «lo scenario si fa ulteriormente complesso». Infatti, come spiegava l'ex questore Giuseppe De Matteis alla Commissione antimafia, «l'area di Aprilia e Cisterna è stata interessata, quindi, da una forte speculazione edilizia, da un forte investimento di capitali di provenienza soprattutto illecita nel setL'allarme Presentato ieri il resoconto: ecco la mappa delle organizzazioni con tutto quello che ne consegue, come cambi di destinazione d'uso, piani regolatori generali approvati in un certo modo e così via. Insiste in quest'area nord una serie di organizzazioni criminali riferibili essenzialmente alla 'ndrangheta. Anche in questo caso si parla di 'ndrangheta di serie A». Tante anche qui le intimidazioni, tra auto in fiamme e colpi di arma da fuoco ai danni di esponenti dell'amministrazione comunaleoloro familiari.Loscorso anno, viene assassinato in strada il pregiudicato Luca Palli, dipendente della società Multiservizi. Escluso che il delitto sia maturato in un contesto di criminalità organizzata, «va tuttavia evidenziato che il contesto in cui si svolgono le indagini è caratterizzato da omertà, sfiducia nello Stato e nelle Istituzioni». Ed infine, c'è il nervo scoperto della traffico di rifiuti: in tal senso la provincia viene definita come una «vera e propria Gomorra laziale». A Latina «si è svolta la più importante inchiesta degli ultimi anni sullo smaltimento illegale di rifiuti nella regione», ossia l'inda gine dello scorso luglioche ha portato a numerosi arresti per gli interramenti all'ex discarica di Pozzolana, riconducibile al gruppo Piattella. E non si tratta dell'unica inchiesta sui rifiuti.