In quindici anni i ciociari hanno perso quasi un quarto della loro ricchezza. Il tenore di vita in provincia di Frosinone è dunque più basso del 25% della media europea. Lo dicono i dati di Eurostat rielaborati dal Sole 24 Ore e consultabili on-line.
Il panorama
I numeri sono sintomatici di una situazione di malessere che accomuna diversi territori nazionali. A guardare la cartina dell'Italia si notano tre distinte aree, quella più ricca è a Nord e abbraccia anche ampie fette di Toscana ed Emilia Romagna, poi, Roma esclusa che è nel primo gruppo, c'è il Centro che è, più o meno in media con i valori europei, quindi il Sud decisamente in difficoltà. Il punto è che come scrive il Sole 24 Ore mentre Francia, Regno Unito e soprattutto Germania, secondo dati Ocse al 2017, hanno fatto grossi passi avanti e la Spagna è tornata ai livelli pre-crisi, l'Italia è ancora indietro. Tanto che, come si legge nell'analisi, «ha ancora un buco da colmare e di tale dimensione per cui il reddito medio di chi ci vive risulta leggermente inferiore a quello del 1999»
Il caso di Frosinone
Venendo ai numeri della provincia di Frosinone nel 2000 il pil pro capite rispetto alla media dell'Unione europea era al 96%. In quindici anni, i ciociari hanno perso quasi il 22% della propria ricchezza. Il dato, consultabile di cinque anni in cinque vede il pil al 93% nel 2005, all'84% nel 2010 e al 75% nel 2015. Un andamento grosso modo simile a quello di Latina, con dato di partenza al 100%, e dato d'arrivo (77%) leggermente più favorevole nel Pontino che, pure nel 2005 vedeva un 104% anche se cinque anni dopo il dato era scivolato all'87%. Fa peggio di Frosinone Viterbo che parte, come Latina, da un pil pro capite identico alla media europea, scende prima al 91%, quindi all'82% per posizionarsi al 72% del 2015. Ancor peggio fa Rieti che nel 2000 presentava un pil al 92% che, fino al 2005 (86%), ha retto per poi crollare al 77% e al 65%. Fa, ovviamente, corsa a sè Roma che, pur tuttavia, evidenzia un calo, in termini percentuali del 25%. Nel 2000 era al 163% del pil europeo, ma quindici anni dopo è scesa al 121%. Tra le province confinanti con la Ciociaria, quella messa peggio è Caserta che partiva dal 72% ed è scesa al 69%, al 59% e ora al 55%. Isernia è calata dall'86% del 2000, all'82% di cinque anni dopo, al 78%, per finire con il 67% del 2015. Quindi L'Aquila che attualmente viaggia all'84% dopo esser stata, come Frosinone al 96% nel 2000.
Il resto del Paese
A livello nazionale, in termini assoluti, la contrazione maggiore del pil, nel periodo 2000-2015, è stata registrata da Cremona (-48), Lecco e Como (-43) e Roma (-42). Si tratta di realtà che, comunque, partivano da valori decisamente alti. Chi sta peggio, infatti, è nelle province del Sud dove il divario con il resto dell'Europa si è ampliato. In Italia, infatti, spicca Milano che è al 178%, ma partiva dal 196%. Al secondo posto Bolzano con il 146% (quindici anni prima era al 164%), quindi Bologna con il 136%, ma era al 169%. Tra le altre province al top, Firenze è al 125%, Parma al 123%, Trento, Aosta e appunto Roma al 121%. Al contrario la situazione peggiore in Italia è ad Agrigento con il 51%, quindi Barletta-Andria.-Trani con il 52%, Caltanissetta, Cosenza e Vibo Valentia con il 53%, Trapani con il 54% e Crotone con il 55%. La prima partiva, nel 2000, da una situazione già di per sè penalizzante, visto che era al 62%. Vibo Valentia era invece al 60%, mentre Barletta era al 71%, con Caltanissetta e Cosenza erano al 76%. 
L'Europa
La ricchezza abita altrove. Guardando la mappa dell'Europa, le zone blu, quelle dove il pil pro capite è superiore alla media dell'Ue a 28, sono in Germania e nella parte più settentrionale del vecchio continente. Anche se il record spetta al distretto di Londra con un pil pro capite del 1253%. Numeri significativi anche per le tedesche Ingolstadt con il 441%, Wolfsburg 369%, Monaco di Baviera 327%, Francoforte 309%, Erlangen 291%, Regensburg 279% e Dusseldorf 263%. E ancora Parigi è al 308%. Dando uno sguardo ad alcuni Stati vicini all'Italia. In Spagna la regione di Madrid è al 124%, superata dalla provincia di Araba (Alava) nei Paesi Baschi che è al 139%. Barcellona e Girona sono al 112%. In Portogallo l'Alentejio è al 113%. In Francia dopo Parigi, la regione del Rodano è al 139%. In Grecia, la periferia centrale di Atene è al 136%, l'Attica Occidentale al 101% e le Cicladi al 92%. Nel resto dell'Europa dell'Est Bucarest è al 151%, Bratislava al 187%, Budapest al 139% e Sofia al 102%.