Per la prima volta nella sua storia, dopo oltre mille anni, il formaggio pecorino di Picinisco è stato certificato in una produzione con disciplinare dop. L'evento si è compiuto lunedì sera alle 22.00, nell'antico caseificio Eredi Pacitti, sapientemente gestito da Loreto, un imprenditore che ha saputo raccogliere le radici storiche del lavoro della pastorizia della sua famiglia, rafforzarle e propagarle nel terzo millennio, affinando e valorizzando l'arte casearia.
Il formaggio pecorino di Picinisco ha ottenuto il riconoscimento della denominazione origine protetta dall'Unione Europea il 7 novembre del 2013, grazie ad un lavoro congiunto che ha visto sinergicamente in campo allevatori, comuni, l'Arsial regionale e la Camera di Commercio di Frosinone, al termine del quale il pregiato e unico formaggio della Valle di Comino ha ottenuto il prestigioso riconoscimento. Nel Lazio da molti anni non veniva assegnata una dop ad un formaggio e il pecorino di Picinisco si affianca ai già riconosciuti "Romano" e "Toscano".
Per la prima volta, il 26 marzo, un'azienda ha certificato la produzione del pecorino di Picinisco ai sensi rigidi del disciplinare previsto dall'Unione Europea. Cento litri del prezioso latte crudo, munto esclusivamente dalle razze ovine di Sopravvissana, Comisana o Massesse, sono state trasformate in 21 forme di formaggio pecorino di Picinisco dop. Queste forme, alle quali sono state applicate le placche numerate di caseina fornite dalla Camera di Commercio, con i numeri da 00101 a 00121, si trasformeranno nelle tipologie "Scamosciato", con una stagionatura variabile da un minimo di 30 ad un massimo di 60 giorni, oppure "Stagionato", per la quale la stagionatura si protrae oltre i 90 giorni.
Il disciplinare di produzione, che nella sua prima storica certificazione è stato rispettato alla presenza del sindaco di Picinisco Marco Scappaticci, del responsabile del servizio comunale attività produttive Benito Perella, del titolare dell'azienda casearia, Loreto Pacitti e del consulente sulla sicurezza igienico-sanitaria, dottor Claudio Grimaldi, prevede rigide norme. In particolare le caratteristiche del prodotto, la zona di produzione, la prova dell'origine, il metodo di lavorazione, l'alimentazione degli animali, controlli, numerazione ed etichettatura con marchio dop.
«Per il nostro territorio -ha dichiarato il sindaco Marco Scappaticci- questo evento rappresenta un momento storico che ci lega alle nostre radici millenarie e costituisce un'ulteriore opportunità di crescita economica e sociale per guardare con maggiore ottimismo al futuro».
Per secoli il formaggio pecorino di Picinisco è approdato sulle tavole allietando il palato dei consumatori che ora, con il marchio certificato dop, si prepara a superare ufficialmente i confini di un territorio caratteristico per la sua biodiversità e salubrità ambientale che fanno del pecorino di Picinisco un formaggio assolutamente unico nel panorama caseario italiano. Frontiere privilegiate sono certamente il Regno Unito, in particolare la Scozia, dove fortissima è la presenza di piciniscani all'estero che coltivano un profondo legame con le tradizioni della terra natia.
Al momento sono una decina le aziende che possono produrre formaggio dop del pecorino di Picinisco e sono ubicate nell'aerale di produzione che, oltre Picinisco, comprende anche i pascoli dei comuni di Acquafondata, Alvito, Atina, Belmonte Castello, Campoli Appennino, Casalattico, Casalvieri, Fontechiari, Gallinaro, Pescosolido, Posta Fibreno, San Biagio Saracinisco, San Donato Val di Comino, Settefrati, Terelle, Vallerotonda, Villa Latina, Vicalvi e Viticuso.