Italiani, persone che fino a qualche tempo fa avevano un lavoro, una casa, cibo per sfamarsi, acqua per lavarsi, un tetto dove dormire. Ora hanno perso tutto. Si rifugiano, se riescono, alla stazione ferroviaria di Frosinone. Non parliamo di clochard ma di chi, non per scelta, si ritrova in mezzo alla strada. Decine di persone che hanno bisogno di aiuto. Per loro, in questi giorni, si è mossa una grande macchina della solidarietà. Ma c'è bisogno della mano di tanti. Soprattutto delle istituzioni. A loro si rivolge, in particolare, don Ermanno D'Onofrio, presidente de "Il giardino delle rose blu", che ha lanciato un s.o.s. a cui tante persone, anche di fuori provincia e regione, hanno già risposto, offrendo 20 euro per contribuire a garantire un appartamento di piazzale Europa, nel quartiere Selva Piana, ai meno fortunati. E già a breve potranno essere accolti in un ambiente caldo, ricevere pasti, avere bagni con la doccia.
«Una grande staffetta dell'amore. In questi giorni si è "scatenata"tanta solidarietà, come sempre da persone più umili, semplici le parole di don Ermanno Ho chiesto un contributo di 20 euro al mese per pagare un appartamento in affitto che, a giorni,diventerà una casa per nostri connazionali che hanno perso il lavoro, per persone che non possono permettersi di arrivare a fine mese». E don Ermanno tiene a fare una distinzione «tra loro e i clochard, perché quest'ultimi hanno una loro filosofia di vita e non li costringeremo mai ad andare in un appartamento, perché bisogna rispettare ogni forma di scelta di vita. A loro continueremo a stare vicino, con questa rete di solidarietà che anche la comunità di Sant'Egidio ha messo in atto con la mensa e altre iniziative. Ad esempio portando pasti il martedì e il giovedì, noi il lunedì. Diversi sono già i benefattori che ci hanno contattato per le 20 euro al mese. Ma ne servono di più perché oltre all'affitto ci saranno bollette da pagare, i pasti e tutte le spese di una casa normale. Una realtà che verrà coordinata dalla fondazione. Infatti la casa è nel circondario del piazzale Europa, affinché i volontari possano seguire questo progetto insieme a professionisti che abbiamo a disposizione, affinché questo non sia un traguardo, ma un momento di partenza. Queste persone verranno seguite, coinvolte in iniziative e attività della fondazione».
Tutto questo in attesa di realizzare il villaggio della solidarietà nell'ex teatro «perché nella struttura è previsto un appartamento del genere. Ci saranno il servizio docce e quello della mensa da integrare al servizio della comunità Sant'Egidio. Notti fa notte sono stato fino all'una e mezza in stazione racconta il sacerdote Con me un gruppo di volontari.
Abbiamo portato alle persone che si rifugiano lì, coperte, cappotti, qualcosa di caldo, ma soprattutto dialogo, sorrisi e preghiera. Con noi il capo stazione, impiegati delle ferrovie, poliziotti. Tutte persone stupende strette attorno al cerchio della solidarietà e anche affrante del fatto che nessuno stia facendo nulla, se non parole, parole e parole».
D'Onofrio racconta anche un episodio. «Sono rimasto sconvolto quando, alle 23.30, un vigilante arrivato in stazione, ha chiuso con una catena ilsalone, chiedendo alle persone che volevano dormire al caldo, di uscire.
Ci sarebbe una prescrizione, decisa non so da chi. L'unica soluzione che una città, una comunità civile, sono riuscite a mettere in atto. Da quando sto passando più tempo con questi fratelli, non riesco a dormire e come associazione vogliamo dare una risposta concreta.