Pronti a invadere Frosinone. I lavoratori restano col fiato sul collo dei vertici dell'Ideal Standard. Unico obiettivo far capire che «Roccasecca non si tocca!» come più volte urlato in coro durante il grande sciopero messo in atto prima per le strade intorno allo stabilimento e poi in mezzo all'autostrada. C'è la voglia di lottare contro la decisione della multinazionale di chiudere lo stabilimento, c'è la voglia di difendere con tutte le forze quel posto di lavoro che tra meno di 60 giorni potrebbe non esserci più. La nuova data da cerchiare in rosso sul calendario è il 21 dicembre, giovedì prossimo, quando nella sede Unindustria di Frosinone ci sarà il secondo incontro tra i sindacati e i vertici dell'Ideal Standard. Incontro al quale l'Ideal Standard non può fare a meno di partecipare perché previsto nella procedura di mobilità avviata per lo stabilimento di Roccasecca. Quindi sarà presente a differenza del tavolo snobbato dall'azienda al Mise «a causa di sopraggiunti improrogabili impegni».

Un atteggiamento definito irresponsabile dal ministero che ha sottolineato «il poco interesse del gruppo sul futuro degli stabilimenti in Italia». I lavoratori avevano riempito 7 pullman per andare a Roma. Ora si punta all'incontro di Frosinone, il clima è già infuocato. Il primo incontro a Unindustria fu uno scontro tra le parti. Non si parlò nemmeno, i segretari generali di Ugl Chimici, Femca Cisl, Filtcem Cgil e Uiltec Uil Valente, Valeriani, Chiarlitti e Piscitelli abbandonarono il tavolo tra le urla offesi dal comportamento dell'azienda, rappresentata dal vice presidente Socci e dal commissario per la chiusura Marengo. Anche questa volta i lavoratori saranno presenti sotto il palazzo di Unindustria per manifestare tutta la loro delusione e rabbia per le scelte delle multinazionale sulle sorti del sito di Roccasecca. «Una soluzione è possibile, lo stabilimento può vivere perché produce ricchezza - hanno ribadito i segretari Valente, Valeriani, Chiarlitti e Piscitelli - La produce per il gruppo e la deve continuare a produrre per l'intero territorio. I vertici continuano a scappare, ci hanno preso in giro non dando seguito agli accordi sottoscritti al Governo qualche anno fa. Dobbiamo reagire tutti insieme, questa è la protesta di un territorio intero che non vuole morire e tornare indietro di cento anni».