Dopo dieci anni vissuti a "lacrime e sangue", la sanità del Lazio vede ufficialmente la luce alla fine del tunnel. Ieri mattina il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin hanno annunciato la fine del commissariamento per il 31 dicembre del 2018. «La Regione - ha spiegato il ministro della salute Beatrice Lorenzin - uscirà dal commissariamento a partire dal 31 dicembre 2018 e potrà tornare a una gestione ordinaria».

Una giornata storica
Una scelta che rappresenta un sospiro di sollievo non solo per chi amministra la Regione ma per l'intera cittadinanza del Lazio. Il ministro Beatrice Lorenzin, nella conferenza stampa tenuta alla fine del Consiglio dei Ministri, ha spiegato che «il Lazio ha raggiunto gli obiettivi dal punto di vista economico avendo la Regione raggiunto il pareggio di bilancio ed è andato in attivo. È la seconda regione che esce dal commissariamento dopo l'Abruzzo e sono molto contenta. Il commissariamento erano un pò come un inferno dantesco e invece abbiamo avviato una procedura d'uscita e spero che sia d'impulso anche per altre regioni». Un successo per nulla scontato, soprattutto se consideriamo in che condizioni era all'inizio il deficit sanitario. Chiaro che non tutto è risolto, che il rientro del debito avrà ancora una gestione lunga e dolorosa. Ma già aver fermato la crescita del deficit stesso in un settore delicato come quello della sanità, rappresenta un risultato di grande valore. E' per questo che il presidente della Regione Nicola Zingaretti ha mostrato tutta la propria felicità per aver centrato l'obiettivo. Durante la riunione del Consiglio dei ministri di ieri, a cui ha partecipato il governatore, Nicola Zingaretti, è stato certificato l'azzeramento sostanziale del disavanzo. Dopo dieci anni, dunque, si tornerà a una gestione ordinaria: scelte condivise su programmazione, personale e investimenti. Stop al commissario e ai sub commissari di nomina governativa. «Dedichiamo questo risultato ai lavoratori e alle lavoratrici della sanità pubblica e privata, ai malati che hanno sofferto la tragedia di 10 anni di commissariamento - ha dichiarato a caldo, ieri, il presidente Nicola Zingaretti al termine della riunione del Consiglio dei ministri - E lo dedichiamo anche all'Italia, perché era un problema di carattere nazionale. È il nostro contributo al sistema Paese: ora la Regione Lazio non produce più disavanzo. Ringrazio il governo per la fiducia, i ministri Lorenzin e Padoan - ha aggiunto - e chi ha affiancato la Regione in questi anni. Negli ultimi 5 anni nei tavoli di monitoraggio gli esiti sono sempre stati positivi». Adesso cosa succede? Zingaretti è netto: «Si apre ora una fase differente, siamo al giro di boa che deve portarci a concretizzare la nuova era della sanità del Lazio a cominciare da un'inversione di tendenza sulle liste di attesa. C'è già una riduzione dei tempi intorno al 15% ma non siamo soddisfatti e continueremo a seguire questo aspetto ma è un altro obbiettivo raggiungibile».

Cosa è successo tecnicamente
L'annuncio della fine del commissariamento della sanità del Lazio a partire dal 2019 arriva al termine di una lunga analisi dei conti effettuata dai tecnici ministeriali. Una lenta risalita, quella del Lazio, dal profondo rosso di un deficit pari a 1,96 miliardi di disavanzo, cioè 400 euro a cittadino. Lo scorso 29 novembre il tavolo tecnico ha consegnato ai ministeri dell'Economia e della Salute il parere positivo sui conti, premessa per il via libera di ieri a Palazzo Chigi, ha messo in fila i target centrati. A partire da un disavanzo finanziario che nel 2016 si è attestato a - 137 milioni di euro, a fronte dei - 670 milioni certificati ancora nel 2013, a cinque anni dal commissariamento. Il dato storico è quello di un margine operativo dei conti della sanità laziale, al netto dei mutui, per la prima volta positivo. Dunque il Lazio non produce più un euro di deficit in sanità. Questa è la ragione per cui il Governo ha deciso di far uscire la Regione dal commissariamento. Ora con la fine del commissariamento arriva un nuovo sblocco del turn over che significa nuove assunzioni per medici, infermieri e tecnici ma soprattutto la possibilità di fare investimenti di natura tecnologica all'interno delle strutture sanitarie. Si parla di oltre 550 milioni nei prossimi anni. Un "tesoretto" che sarà nelle mani del futuro assessore alla Sanità che uscirà dalle elezioni della primavera prossima.

Il piano di rientro non si ferma
Una cosa deve essere chiara: la fine del commissariamento non significa che il piano di rientro del deficit si ferma. L'attenzione ai costi e alle spese proseguirà. A far sorridere ancor di più Zingaretti c'è il dato sulle performance: il punteggio Lea (Livelli essenziali di assistenza) assegnato al Lazio è arrivato nel 2016 a quota 178, ben al di sopra della soglia critica di 160 punti, fissata dal ministero della Salute.

Tonj Ortoleva