Un altro 25 novembre.La violenza sulle donne non conosce tempo.Pronta ad ascoltare le tante storie di sopraffazione, prima come avvocato e poi come consigliera di maggioranza, per la giornata indetta dall'Onu contro ogni forma di violenza, Serena Petricca, oltre che a patrocinare tante iniziative realizzate in sinergia con le associazioni del territorio, ha voluto ascoltare la testimonianza della signora Rita Esposito che conosce bene la piaga della violenza di genere per averla vissuta in prima persona.

Sua sorella fu la prima vittima di femminicidio a Sora. Ripercorriamo le tappe della vicenda.

«Mia sorella Antonietta aveva 19 anni ed era sposata con un bambino di 5 mesi.
Durante le festività pasquali del 1963 fu ricoverata all'ospedale di Sora, che all'epoca si trovava in via Piemonte, per una sospetta tubercolosi.
Visti i giorni di festa, il marito chiese di trascorrere del tempo fuori dall'ospedale con mia sorella: quando rientrò era completamente tumefatta e il personale ospedaliero la soccorse. Dopo pochi giorni la minacciò di morte. Mia sorella era impaurita e raccontò tutto a mia madre che avvisò il personale dell'ospedale.Poi accadde l'irreparabile, con quell'indimenticabile telefonata dei carabinieri che ci dissero che era stata uccisa con un coltello. Fu fatta l'autopsia e il medico legale appurò che mia sorella non era affetta da tubercolosi,ma le macchie erano postumi di violenza. Il marito fu poi condannato all'ergastolo, anche se dopo circa vent'anni uscì per buona  condotta.
Il suo bambino fu affidato a me».

Si sente di lanciare un messaggio alle donne in difficoltà?

.«Questo autunno rappresenta per i giovani del territorio la svolta decisiva per il futuro.Noi oggi siamo l'unico movimento che sta lottando e lotterà costantemente al fianco degli studenti, mettendoci la faccia e mantenendo la prima linea della rivolta», dice Umberto Martucci, responsabile provinciale del movimento. Martucci interviene poi sulle recenti elezioni studentesche: «Ci siamo candidati all'Istituto comprendente il liceo Gioberti,il Valente e il liceo classico Simoncelli,mentre al Baronio è stato eletto come rappresentante un nostro ragazzo raccogliendo un risultato strepitoso. Ci siamo presentati anche all'Itis Morosini di Ferentino, sfiorando l'ingresso in consiglio d'istituto per pochissimo e all'Istituto tecnico agrario di Alvito ottenendo per la prima volta la presenza di Lotta Studentesca nella Consulta della provincia di Frosinone.La tradizionale "sinistra studentesca"presente da tempo nel liceo classico di Sora sta mostrando i primi cenni di debolezza che nel giro di poco si trasformeranno in libertà per gli studenti che negli anni passati hanno dovuto sottostare alle solite sceneggiate di coloro che si definiscono "associazione studentesca apolitica" ma poi nei fatti sono tutt'altro. Sono stati smascherati conclude la nota di Lotta studentesca. Noi rappresentiamo la vera rivolta degli studenti, e questo è solo l'inizio. Vorrei dire a tutte le ragazze, a tutte le donne di denunciare qualsiasi tipo di violenza e di non nascondere niente, anzi di parlare con amiche e familiari perché una via d'uscita esiste prima che possa accadere l'irreparabile».

È giusto non dimenticare, ma come tenere alta l'attenzionedei giovani?

«Coinvolgendoli. Credo che episodi come questi non vadano dimenticati né sottovalutati. Ed è giusto sensibilizzare i giovani sin dalla più tenera età».

Secondo lei le donne di oggi sono più tutelate rispetto a quelle di ieri?

«Rispetto al passato sicuramente sono stati fatti passi avanti,certamente ancora molto c'è da fare.Credo che la legge e la giustizia italiana debbano essere più dure verso gli autori di questi reati».