Una interrogazione al ministro dell'economia di un deputato del "Movimento 5 Stelle", Giuseppe L'Abbate, ha aperto il vaso di Pandora. Il parlamentare pentastellato aveva sospettato che il calcolo del versamento per la tassa sui rifiuti, la famigerata Tari, non fosse corretto, in qualche modo gonfiato computando aree e superfici che non andrebbero considerate come le pertinenze.
La risposta alla domanda si è rivelata sorprendente: il sottosegretario al Mef, Pier Paolo Barretta, ha, infatti, spiegato che alcuni Comuni hanno calcolato in modo errato la quota variabile. In teoria la Tari è composta da una quota fissa, rappresentata dai metri quadrati dell'abitazione, e da una quota variabile, legata al numero di membri all'interno del nucleo familiare. Invece, alcuni municipi hanno svolto i calcoli per la parte variabile sia sull'abitazione, sia su ogni singola pertinenza, mentre la legge afferma che il calcolo su tale quota deve essere eseguito una sola volta, includendo sia la casa, sia le sue pertinenze.
Secondo "Il Sole 24 Ore", questo fenomeno avrebbe una diffusione del 10% circa sul territorio italiano, inclusi grandi capoluoghi di regione come Milano, Napoli, Catanzaro e Genova, ed un elenco completo dei Comuni che hanno sbagliato dovrebbe essere reso noto nei prossimi giorni.
A Milano, a quanto si apprende dal Comune, si parla di circa 12 milioni di euro, relativi al 2017, per pertinenze-box. Il Comune è in attesa della circolare del Mef per poi muoversi sulla base di quanto sarà messo nero su bianco dal dicastero. Certamente la strada sarà quella di rivedere il regolamento della Tari, approvato nel 2014, e decidere come procedere con i rimborsi per chi ha pagato più del dovuto, non è escluso, attraverso uno "sconto in bolletta" e una redistribuzione degli oneri.
Ad Ancona, il sindaco Valeria Mancinelli, ha spiegato di essere in attesa delle direttive del ministero. «Finché non avremo indicazioni in questo senso, per non fare ulteriore confusione - osserva - aspettiamo ad adottare provvedimenti di qualsiasi natura ma i nostri concittadini devono essere certi che non appena il governo darà direttive chiare a tutta Italia su come deve essere calcolata la Tari, noi lo faremo d'ufficio». «Il Comune non scappa, non c'è bisogno di fare i ricorsi, di precipitarsi adesso ad Ancona Entrate - continua -. Nel momento in cui saranno effettivamente chiari i criteri da applicare li applicheremo d'ufficio a tutti, anche a chi non ce lo chiede».
Mentre da Nord a Sud continuano gli accertamenti, molti Comuni si chiamano fuori, tra questi quello di Frosinone presso i cui uffici, nei giorni scorsi, diversi contribuenti si sono recati per avere delucidazioni e rassicurazioni.
Il Comune capoluogo non rientra nella casistica di quelli che hanno sbagliato i calcoli su questo punto specifico e, quindi, alcun rimborso è dovuto a chi dovesse presentarne richiesta. La tariffa Tari del Comune di Frosinone, applicata dal 2014 ad oggi, infatti, presenta una quota variabile pari a zero per le pertinenze delle abitazioni in perfetta linea con le indicazioni del Ministero delle Finanze in materia di tributi sui rifiuti.


«L'ufficio tributi del Comune di Frosinone - ha dichiarato l'assessore al bilancio e alle finanze, Riccardo Mastrangeli - ha interpretato e applicato correttamente la normativa. I contribuenti frusinati, dunque, hanno ricevuto bollettini con il giusto importo, senza addebiti ingiustificati. Al centro della nostra azione amministrativa - ha concluso Mastrangeli - resteranno, sempre, le persone e le loro necessità. Proseguiremo, dunque, nel cammino virtuoso intrapreso, che ha portato al risanamento del bilancio senza intaccare i livelli qualitativi e quantitativi dei servizi offerti alla cittadinanza».