Si chiamava la "grande Frosinone". Un progetto di revisione amministrativa delle circoscrizioni comunali, risalente alla fine degli anni Venti dello scorso secolo, che doveva portare il neonato capoluogo della provincia ciociara ad annettere alcuni comuni viciniori, in parte recuperando il proprio territorio, che era stato ridotto a partire dall'epoca delle lotte dei Volsci contro i Romani.
Siamo a cavallo tra il 1926 e il 1927. Il 6 dicembre 1926 il capo del Governo, Benito Mussolini, comunica al podestà Antonio Turriziani l'elevazione di Frosinone al rango di capoluogo di provincia. Il 2 gennaio 1927 il regio decreto numero 1 dà atto della riorganizzazione delle circoscrizioni amministrative con la creazione della provincia di Frosinone. A questo punto si pone, però, un problema: Frosinone, il capoluogo, ha una superficie comunale poco estesa per il suo blasone e così l'amministrazione comunale dell'epoca decide di beneficiare di quanto disposto dal successivo regio decreto 17 marzo 1927, numero 383, che, derogando dalla legge comunale e provinciale, conferiva al Governo la facoltà di avviare, entro il biennio successivo, una revisione generale delle circoscrizioni comunali per disporne l'ampliamento, la riunione o comunque la modificazione.
Si decide, pertanto, di allargare il territorio di Frosinone con "l'annessione" per intero dei comuni di Torrice, Arnara, Ceccano e Patrica e delle zone del territorio dei comuni di Ferentino fino alla Roana inclusa, di Alatri fino a Tecchiena inclusa, e di Veroli fino a Castelmassimo inclusa. Si apre un ampio dibattito.
Per raggiungere lo scopo la Consulta Municipale, presieduta dal podestà Antonio Turriziani, bramando una "grande" Frosinone, per rafforzare il ruolo che la storia da sempre ha assegnato alla città e per ragioni anche di natura fiscale ed economica, rivolge una specifica istanza al Governo Nazionale, così come si apprende dalla deliberazione podestarile del 2 luglio 1928 numero 268 rubricata come "Richiesta di ampliamento del territorio comunale".
«Considerato: che la circoscrizione territoriale della Città di Frosinone – si legge nell'atto – ha un comprensorio agrario di ettari 4.430 e mq 7.060 e territoriale di ettari 4.612, sul quale vive una popolazione che da 13.380 abitanti secondo l'ultimo censimento, è salita al 30 gennaio 1928 a 15.006; (...) che all'uopo la popolazione di Frosinone disciplinatamente si è assoggettata alla massima pressione fiscale, sopportando il secondo limite massimo delle sovraimposte (...) ma con ciò il gettito non è adeguato a provvedere i mezzi per l'ingrandimento della Città (...); che il progetto oltre all'aggregazione di interi Comuni, contiene l'incorporamento di zone di territorio dei limitrofi Comuni di Ferentino, Alatri e Veroli, che quindi per l'incorporamento di zone dei territori di Alatri, di Ferentino e di Veroli e dei Comuni interi di Torrice, Arnara, Ceccano e Patrica, la circoscrizione agraria di Frosinone, compresa Frosinone, verrà a risultare di ettari 19148, are 66 e centiare 11, e quella del territorio di ettari 19.954, are 27 e centiare 21, con una popolazione di abitanti 40.842 (...). Sentita la Consulta Municipale (...) delibera di fare voti al Governo Nazionale (...) voglia aggregare a Frosinone i Comuni di Torrice, Arnara, Patrica e Ceccano, nonché le zone dei territori dei Comuni di Ferentino, Alatri e Veroli».
Il progetto rimase solo un nobile intento, cui non si diede seguito, soprattutto per le resistenze localistiche. Una lezione della storia che ribadisce come il campanile sia duro a morire. Quel campanile che ha svuotato la recente legge Delrio del 2014 e che ha fatto naufragare tutti i progetti di città intercomunale.
Le secessioni
La storia del territorio presenta anche alcuni processi di disaggregazione. La provincia di Frosinone, appena annunciata contava 117 Comuni. Successivamente il Decreto Reale del gennaio 1927 li ridusse a 86, per poi passare ad 89 nel marzo successivo. A 91 si arrivò a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Nel 1948 Gallinaro nacque da una costola di San Donato Val di Comino, mentre il più "giovane" dei Comuni della provincia di Frosinone, Posta Fibreno, si è formato dalla "secessione" da Vicalvi nel 1957. Attualmente le uniche spinte autonomiste provengono dalla popolosa frazione di Tecchiena, che ricade in territorio di Alatri, che da decenni, più nell'immaginario collettivo che con un movimento effettivamente organizzato, da sempre aspira a una propria autonomia.
Nella foto la cartina della provincia di Frosinone con le superfici comunali ancora attuali. Nella parte evidenziata in giallo è rappresentato come sarebbe diventato il territorio del capoluogo con il progetto di annessione degli altri comuni.