A Vicalvi la questione del convento di San Francesco è di nuovo in fibrillazione per via della rivendicazione della proprietà da parte del Comune vicalvese. Secondo un atto del 1890, la proprietà è del Comune di Vicalvi ma, da quello che si sente in paese, sembra ancora un miraggio la restituzione delle chiavi da parte dei Padri minori conventuali. Per questo, nel maggio scorso, l'amministrazione guidata dal sindaco Gabriele Ricciardi diede incarico a uno studio legale di Isernia di promuovere azioni finalizzate ad "adottare tutti i provvedimenti amministrativi necessari a rientrare in possesso del complesso immobiliare Convento di San Francesco, nei confronti dei Padri minori conventuali e della diocesi di Sora-Cassino-Aquino e Pontecorvo".

La mossa arrivò dopo che l'ultimo frate ospitato presso il convento andò via (il novantacinquenne padre Alberto, oggi in una struttura per anziani di Alvito): da quel momento l'immobile relativo al convento poteva (e doveva secondo i vicalvesi) ritornare nella disponibilità della comunità di Vicalvi e dei fedeli. Ma non è andata così. Tutto nasce, come detto, da un antico documento che parla del rapporto tra il Comune di Vicalvi e il monastero tenuto dai Padri minori conventuali: in esso è scritto che il Comune concede ai frati l'uso del convento per dire messa, dal che, se ne deduce che, se non viene detta più messa, il convento rientra nel possesso del Comune.

Nella questione, però, è intervenuta la diocesi, che nelle scorse settimane ha presentato ricorso al Tar per invocare diritti sul convento, ricorso che il Tar ha respinto.

Nel frattempo la situazione vive un imbarazzante impasse e a ravvivare il clima è arrivata la decisione di festeggiare l'imminente ricorrenza della solennità di San Francesco: così il complesso religioso ospiterà ben tre giorni di festa, il 2, 3 e, appunto, 4 ottobre.

I vicalvesi ci vedono un atto a dir poco indelicato ricordando che «la tradizionale ricorrenza del primo e due agosto, quella del "Perdono di Assisi", per la sua indisponibilità non è stata celebrata al convento ma nella chiesa di San Giovanni Battista di Vicalvi», è lo sfogo di un fedele «una volta pellegrino di San Francesco» e che ora si dice «dispiaciuto da come la diocesi si sta comportando».

Nel mezzo, tra richiesta di rientro in possesso del convento fatta dal Comune di Vicalvi e il ricorso al Tar proposto dalla diocesi di Sora-Cassino-Aquino e Pontecorvo, la cronaca si arricchisce di un altro fatto: un'ordinanza di sgombero emessa dal sindaco Ricciardi che riguarda il convento. Chi conosce bene i fatti conferma che «si chiede lo sgombero della mobilia, suppellettili e quant'altro era in uso ai frati e che oggi, con l'abbandono di padre Alberto, non hanno più ragione di restare in quelle stanze».

La querelle sta crescendo di toni e, al momento, non si intravvede la soluzione che «è bene ricordarlo, è solo nelle carte, chiare e inconfutabili», sottolinea un ex consigliere.

In attesa di conoscere le motivazioni del Tar che ha respinto il ricorso della diocesi, il convento di San Francesco, nonostante la tre-giorni di festa, vive ormai un triste isolamento.

«I fedeli che amavano ascoltare lì la messa la domenica non ci sono più e non parlo di quelli che venivano da lontano, ma anche di Vicalvi», racconta una pensionata. E altri rincarano la dose facendo sapere che «ci sono anche quattro poco raccomandabili cani a tenere lontano i fedeli».