Forse se ne parla troppo, o troppo poco. Fatto sta che il lavoro è ormai diventato un tema protagonista nel dibattito italiano, e non solo perché è il concetto che anima il primo articolo della nostra Costituzione, ma poiché la sua mancanza sta davvero mettendo a dura prova la coesione sociale e il benessere della popolazione.

Per fortuna, almeno in Ciociaria l'attenzione nei confronti del problema non è mai calata, e abbassarla sarebbe assurdo, visti i dati preoccupanti. A maggio la disoccupazione in Ciociaria si attestava al 16,3% (Fonte Cisl Frosinone). Il divario è evidente soprattutto se si considera la forbice tra il 2004 ed oggi, quando il numero registrato era pari al 10,7%, mentre nel 2012 eravamo al 13%.

A gettare l'opinione pubblica nello sconforto è soprattutto il livello della disoccupazione giovanile che, sempre stando alle statistiche di maggio, si configura al 36%, con una quota "Neet" (i ragazzi che non studiano né cercano lavoro) al 29%. La flessione è ovviamente dovuta alla grande difficoltà in cui è piombato il tessuto produttivo del territorio, dove tante aziende sono state costrette a chiudere. Alcuni settori trainanti hanno visto ridursi considerevolmente il volume di imprese, il calo si è avvertito anche nel manifatturiero, che da sempre caratterizza la Ciociaria.

I sindacati hanno ben compreso l'emergenza e le istituzioni non hanno esitato ad adottare le misure consone, decretando lo stato di "Area di crisi complessa" per le zone di Frosinone-Anagni e la condizione di "Area di crisi non complessa" per le zone Sora-Cassino. Tutto ciò ha permesso, ma c'è voluta comunque una lunga mediazione, di prorogare gli ammortizzatori a chi li aveva esauriti nel 2017 e di prevedere, nel caso di nuove assunzioni, uno sgravio di 8.000 euro per l'azienda.

L'area di crisi complessa dovrebbe inoltre permettere facilitazioni negli investimenti produttivi, e infatti anche di questo si è parlato in una serie di incontri a porte chiuse tra i rappresentanti della Regione, gli enti di categoria e i sindacati, ma non c'è ancora nulla di concreto. Da segnalare l'impegno che ha mostrato anche Antonio Pompeo, presidente della Provincia, nel propiziare interventi a favore dei disoccupati più anziani, promuovendo il "documento dei 74 sindaci", che consiste in un programma di ricollocamento degli over 65, nelle attività socialmente utili all'interno dei Comuni. I programmi di reinserimento lavorativo stanno per partire anche a beneficio degli under 65, attraverso tirocini nelle imprese.

Molto insomma si sta facendo, e si vede, anche se ancora non basta, siccome ci sarebbe bisogno di interventi massicci di politica economica a livello centrale. L'attivismo dei sindacati piace comunque a tanti lavoratori rimasti fuori dal mercato, che hanno quantomeno ritrovato la speranza e sanno di avere un salvagente (gli ammortizzatori) per un massimo di un altro anno. La crisi continua a mordere, la paura resta. Tuttavia, il fatto che ci sia qualcuno che sa come agire nella tempesta, rassicura. Per i sindacati il piano da seguire è chiaro e verrà rinforzato dopo l'estate. Ne abbiamo parlato con Enrico Coppotelli (segretario provinciale Cisl) e Enzo Valente (segretario generale Ugl Frosinone).