L'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale è a un passo dalla salvezza. Il Ministero ha valutato positivamente il piano di rientro messo a punto dalla commissione presieduta dal professore Carmelo Intrisano.

Questo significa che la strada per accedere al mutuo con la cassa depositi e prestiti e saldare il debito di circa 40 milioni di euro con l'Inps, 8,5 dei quali verranno estinti grazie alla rottamazione delle cartelle di Equitalia per le sanzioni e le penali, è senz'altro più agevole. Ma nel corso del vertice al ministero con il rettore Betta sono emerse anche altre ipotesi: potrebbe infatti direttamente il Governo provvedere a saldare il debito dell'Unicas con l'Inps tramite il Mef, dopodiché l'ateneo pagherà le rate al Miur.

Quel che è certo è che qualunque sia la forma per ripianare i contributi non versati nel periodo 2011-2014, nella sostanza si sta per aprire una nuova fase. Una fase caratterizzata, inevitabilmente, da tagli e sacrifici: il mutuo previsto dal piano è ventennale ma intanto una grande vittoria è arrivata: la governance Betta, grazie a un brillante lavoro di squadra ha evitato il commissariamento.

«Significa che rinunceremo a qualche effetto speciale», aveva dichiarato il rettore Betta appena scoppiò il caso del maxi buco. Ma in realtà, oltre agli effetti speciali, bisognerà fare anche qualche rinuncia più profonda, soprattutto per le spese inerenti il personale. Ne sono consapevoli i docenti e i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo che ieri prima in senato, e poi in Cda, hanno dato l'ok al piano di rientro, poi in serata sottoposto all'attenzione del Ministero. Il piano, nella sostanza dei fatti, prevede il blocco del turn over, e quindi delle assunzioni, almeno per i prossimi 5 anni. Questo per portare la spesa del personale all'80% del Fondo di Finanziamento Ordinario: spesa che negli anni ha sforato quota cento e che oggi si attesta ben sopra il novanta.

Ma i docenti sono però preoccupati che tale scelta potrebbe influire sull'offerta formativa, in quanto scoraggerebbe igiovani ricercatori a fare lezione e a dedicarsi esclusivamente alla ricerca, visto che non ci sono prospettive all'orizzonte. I docenti avrebbero quindi invitato il rettore a rivedere il piano, ma appare difficile una soluzione diversa da quella prospettata dalla commissione di Intrisano: sono previsti tagli anche ad altre spese e la vendita degli immobili. In ogni caso di come rilanciare l'ateneo nonostante i sacrifici che è chiamata ad affrontare, si discuterà martedì in una pubblica assemblea con tutta la comunità accademica in aula magna. Intanto il rettore Betta si gode l'ok: «Sono molto soddisfatto - dice - perchè la strada è stata condivisa. Abbiamo fatto un lavoro impegnativo, che ci è stato riconosciuto».