Il Lazio ospita il secondo polo chimico-farmaceutico nazionale per addetti e volumi produttivi, con più di 50 aziende specializzate che, a partire dagli anni '60 in poi, hanno formato un distretto industriale di primaria importanza per il territorio e per il Centro Italia, estendendosi fino a Frosinone, Rieti e L'Aquila. Un'area industriale che ha subito la crisi, ma che presenta anche forti potenzialità di sviluppo ed eccellenze e che comunque dà grandissimi segnali di vitalità e di dinamicità.
Nel primo trimestre del 2017 le vendite di farmaci della provincia di Frosinone sul mercato tedesco confermano le performance di elevata competitività dell'ultimo decennio e si attestano su livelli di massimo assoluto, superiori ai 600 milioni di euro su base annuale, con un tasso di crescita tendenziale del 72,3 per cento nei valori in euro rispetto all'anno scorso. Il cluster frusinate del settore esprime oggi sul mercato tedesco una quota di commercio stimata nell'ultimo trimestre analizzato in circa 2 punti percentuali.
I dati da poco resi disponibili dall'Istat relativi alle esportazioni provinciali consentono di documentare alcuni territori-settori-mercati trainanti le vendite all'estero italiane nel primo trimestre 2017. In particolare, un cluster territoriale che sta confermando performance di elevata competitività è quello dei farmaci della provincia di Frosinone sul mercato tedesco.
Nel primo trimestre 2017 le vendite di farmaci della Ciociaria sul mercato tedesco si sono confermate su livelli di massimo assoluto, superiori ai 150 milioni di euro nei valori trimestrali e superiori ai 600 milioni di euro su base annuale (contro i 59 milioni del 2008), con un tasso di crescita tendenziale del 72,3% nei valori in euro rispetto all'anno scorso.
Dall'inizio del decennio ad oggi, in un contesto in cui le importazioni del mercato tedesco di farmaci dal mondo hanno mostrato dinamiche positive (con una crescita complessiva di oltre il 20%), le vendite dalla provincia di Frosinone hanno saputo fare decisamente meglio della media dei concorrenti. Ciò dimostra la capacità competitiva del cluster frusinate del settore, che sul mercato tedesco esprime oggi una quota di commercio stimatanell'ultimo trimestre analizzato in circa 2 punti percentuali.
L'industria farmaceutica italiana è la seconda in Europa per fatturato e rappresenta nel nostro Paese l'industria manifatturiera a più alto contenuto tecnologico. È inoltre un settore che vanta il più alto livello di formazione e competenze dei lavoratori, il 90% dei quali è in possesso di una laurea o di un diploma. Un sistema che nel Lazio meridionale, con le province di Roma, Latina e Frosinone, rappresenta il secondo polo farmaceutico italiano dopo quello lombardo, e il più importante in assoluto del Lazio con 15.000 addetti diretti, dei quali mille sono ricercatori.
Numeri che fanno pendant con il trend degli ultimi anni. In Europa, quello laziale è il quarto distretto farmaceutico per importanza, quasi agli stessi livelli del cluster di Darmstadt, in Germania. Nel 2015, ad esempio, il Lazio è diventato la prima regione in Italia per l'export di prodotti farmaceutici, con un valore di poco inferiore ai 10 milioni di euro, +15% rispetto al 2014: in generale, solo il cluster biomedicale di Mirandola, l'aeronautico pugliese e l'Ict dell'Aquila hanno fatto meglio.
La chiave del successo del farmaceutico laziale è la specializzazione della sua catena produttiva, logistica e distributiva: le aziende laziali possono garantire il top della qualità e rispettare tempi di consegna di sei mesi, mentre in media il mercato richiede un anno. Per non parlare della ricchezza generata da investimenti, posti di lavoro e reddito: l'industria del farmaco garantisce ogni anno sul territorio un volume di consumi privati di 500 milioni e genera, con l'indotto, un giro d'affari nel Lazio di quasi 3 miliardi, di cui 600 di investimenti, 1,2 di stipendi, 950 milioni tra imposte dirette e Iva.