I lavoratori autonomi guadagnano sempre di più. Rispetto al 2013, il 2015 si è chiuso in crescita in tutte le 110 province italiane. Ma se c'è chi ride e domina la classifica italiana, come Milano, Bolzano e Lecco, c'è chi piange come Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, dove i redditi sono tra i più bassi d'Italia.

Nel mezzo Frosinone non può rallegrarsi: la Ciociaria è l'ultima provincia del Lazio, 81esima a livello nazionale, la prima sotto quota ventimila. I ciociari hanno avuto un reddito medio di 19.980 euro, quasi settemila euro sotto la media nazionale, attestata a 26.248 euro.

Secondo uno studio condotto dall'ufficio studio della Cgia di Mestre, l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre, i lavoratori autonomi più ricchi d'Italia esercitano l'attività a Milano. Il reddito medio nella provincia lombarda è di 38.140 euro: due volte e mezzo più elevato di quanto si dichiara a Vibo Valentia che, invece, occupano l'ultima posizione di questa classifica con soli 15.479 euro.

«L'elaborazione, effettuata dall'ufficio studi della Cgia - si legge nel dossier - riguarda i redditi medi dei lavoratori autonomi riferiti alla dichiarazione dei redditi 2016 (anno di imposta 2015). In questa graduatoria, appena sotto Milano si collocano le partite iva di Bolzano (con un reddito medio di 35.294 euro), di Lecco (con 33.897 euro), di Bologna (con 33.584), di Como (con 32.298 euro) e di Monza (32.022 euro)». Cosenza (con 16.318 euro), Crotone (15.645) e Vibo Valentia (15.479 euro) sono in fondo alla graduatoria. Ma tra le peggiori si segnalano anche Enna, Ogliastra, Reggio Calabria, Agrigento, Foggia, Nuoro, Catanzaro e Campobasso per restare alle posizione tra la numero 107 e la numero 100.

Nel Lazio si stacca solo Roma, che è 22esima con un reddito medio di 29.230 euro. Il resto delle province è compreso tra la 72esima posizione di Latina (21.351 euro) e l'81esima di Frosinone. Rieti è 75esima con 20.550 euro e Viterbo è appena davanti a Frosinone con 20.102 euro. Tuttavia la Ciociaria cresce di più: più 2.140 euro, seconda solo alla capitale che cresce di 2.573 euro.

«Rispetto al 2013, anno di picco negativo del Pil registrato dopo la crisi del 2008-2009, il reddito medio a livello nazionale è aumentato di 2.600 euro, con punte massime di 3.577 euro a Milano, di 3.376 euro a Bolzano e di 3.263 euro a Modena - spiegano ancora dalla Cgia - La situazione, comunque, resta difficile non solo in Italia». Il coordinatore dell'ufficio studi Paolo Zabeo spiega: «Sebbene i dati riferiti al reddito medio siano abbastanza positivi non dobbiamo dimenticare che la crisi ha fortemente polarizzato il mondo degli autonomi. Tra i redditi più elevati, troviamo la fascia di lavoratori tra i 50 e i 65 anni. Il che non deve stupire, se è vero che l'esperienza e la rete di relazioni aumentano con l'esercizio della professione. Viceversa, gli under 40 hanno subito un processo di proletarizzazione della professione che è stato spaventoso. Questa situazione, inoltre, ha divaricato le disparità territoriali: in particolar modo tra il Nord e il Sud del Paese».

L'asse Milano-Trieste (con forti specializzazioni nella minuteria meccanica, nella produzione di macchinari, nell'agricoltura di qualità, nella moda e nell'arredo-casa) e la via Emilia (con il settore metalmeccanico) hanno il 40 per cento circa dei lavoratori autonomi. Negli ultimi 15 anni in queste aree si è concentrato un terziario immateriale avanzato costituito prevalentemente da giovani con un elevato livello di scolarizzazione e in settori di alta qualità (editoria, media, software, design, servizi finanziari e immobiliare), ma molto fragile. L'avvento della crisi ha colto questi del tutto impreparati e solo nei giorni scorsi si è arrivati all'approvazione dello Statuto del lavoro autonomo.