Sono oltre 150. Sono i centenari della provincia di Frosinone che, al 1° gennaio 2016, ha censito l'Istat. La Ciociaria invecchia e aumentano così anche coloro che riescono a scollinare quota cento candeline. Un traguardo fino a qualche decennio fa insperato e che ora diventa più avvicinabile. Sono per lo più donne, ma non manca qualche eccezione al maschile. La crescita, negli ultimi decenni, è stata esponenziale. Alla faccia di tante classifiche catastrofiche e dei tanti allarmi per l'inquinamento, i tumori e, dulcis in fundo, la Valle del Sacco. In Ciociaria, insomma, si vive ancora a lungo. Grazie forse a tradizioni secolari che ancora si tramandano, soprattutto nei centri più piccoli, e a uno stile di vita più a misura d'uomo. Nonostante inquinamento e veleni vari che ci troviamo a tavola. Essere centenari oggi significa aver vissuto profonde trasformazioni. Chi ha spento cento e oltre candeline era già nato durante la Grande guerra, ha vissuto la nascita della provincia di Frosinone (1927), la Seconda Guerra Mondiale che tanta distruzione ha portato sui territori della provincia di Frosinone, il voto alle donne, il passaggio dalla monarchia alla repubblica, la guerra fredda, lo sbarco sulla Luna, la fine dei partiti storici, l'era della televisione e poi quella di internet. Sotto i loro occhi c'è stata la trasformazione della Ciociaria da una provincia prevalentemente agricola a una industriale per arrivare alla deindustrializzazione di questi ultimi anni, passando per l'emigrazione che ha svuotato interi territori per l'America, il Canada, il Venezuela, l'Australia, le miniere del Belgio, la Francia e il regno Unito. E non è escluso che qualche centenario ciociario festeggi il traguardo in un altro Stato.

Una provincia di centenari

Se nel 2016 gli ultracentenari della provincia di Frosinone erano 151, 38 uomini e 113 donne, nel 2002 erano appena 33 (10 uomini e 23 donne). Il che significa una crescita costante. Nello specifico le nubili sono 12 a fronte di un unico celibe, le coniugate sono sette contro i sei uomini, le divorziate sono due e sono solo donne, mentre le vedove sono 92 contro i 31 uomini rimasti senza moglie. Nell'ultimo quindicennio, è stato un vero e proprio boom con un'impennata del 357%. Cresce l'aspettativa di vita e le città si popolano, si fa per dire, anche di centenari. Rispetto al 2005 l'incremento è stato del 185%, visto che all'epoca gli over 100 erano appena 53, 16 uomini e 37 donne. Il primo anno in cui si è superato quota cento centenari è stato il 2009 quando si è arrivati a 103, con 29 uomini e 74 donne. La tendenza dell'ultimo periodo è in risalita. Nel 2012 gli anziani che avevano festeggiato il traguardo della tripla cifra erano 115. Dodici mesi dopo avevano guadagnato dieci unità, mentre nel 2014 erano 138, due in meno rispetto all'anno successivo. In termini percentuali, nel 2002 gli ultra centenari residenti in Ciociaria erano appena lo 0,006 per cento della popolazione. Tre anni dopo erano ancora lo 0,010. Undici anni dopo sono lo 0,030. Un dato esattamente identico a quello nazionale (gli ultracentenari sono 18.765) e secondo nel Lazio. Al primo posto c'è infatti Rieti con lo 0,033 dei centenari grazie ai 53 (tra cui 41 donne) che hanno superato quota cento. Dopo Frosinone c'è Roma con lo 0,027, lo stesso dato dell'intera regione Lazio, grazie soprattutto alle 996 donne, cui si aggiungono 208 uomini. Con un'incidenza sulla popolazione di centenari pari allo 0,025 chiudono la lista Viterbo e Latina. Nel primo caso i centenari sono 81 (71 le donne), mentre nell'altro sono 149 (118 sono femmine). È il capoluogo il centro con più centenari del Frusinate, 12, di cui uno solo è maschio. Seguono poi Sora con 9 centenari (due uomini) e Isola del Liri con 8 (anche qui due sono uomini). Ci sono poi Ferentino e Pontecorvo con sei centenari, Ceccano e Anagni con cinque, Arce, Cassino, Esperia, Sant'Elia Fiumerapido con quattro. In 34 paesi, invece, non risulta esserci nemmeno un centenario.

Nel 2002 la situazione era ben diversa: Frosinone aveva appena una centenaria, Cassino ne aveva invece quattro (tutte donne). A Ceccano gli unici due centenari erano uomini, ad Anagni uno solo, a Ferentino, Pontecorvo e Veroli nessuno, a Isola del Liri due e a Sora una. Nessuno probabilmente tra quanti all'epoca avevano 85 anni poteva pensare di superare quota cento in numero così consistente. Nel confronto con gli altri capoluoghi Latina ha 30 centenari, ovvero lo 0,023% della popolazione, Viterbo ne ha 13 con lo 0,019%, Rieti 16 con lo 0,033%, mentre Roma ne ha 910 con lo 0,031%.

Dal sito centenari d'Italia, della provincia di Frosinone risultano due nominativi. Antonia Maria D'Aguanno, nata il 2 febbraio 1908 e dunque di 109 anni, residente a Pignataro Interamna e Rosa Fantaccione, di Castrocielo, che il 14 maggio ha compiuto 108 anni. A Piglio a giugno festeggerà 105 anni Domenico Loreti. Recentemente Siena si è conquistata la palma di città italiana più longeva. Sulla base dei dati dell'ultimo censimento, quello del 2011, la città del Palio presenta un indice maggiore di novantenni. Ma quella che oggi è un'eccezione, tra qualche anno potrà essere non proprio la normalità, ma qualcosa di meno straordinario. Secondo alcune stime, infatti, gli ultranovantenni potrebbero sfiorare quota 160.000 persone. Un'enormità se paragoniamo il dato a qualche anno fa. Gli italiani, dunque, si mostrano più longevi e meglio in salute di tanti altri popoli. Al punto che nell'indice della salute l'Italia è campione del mondo. Ma se da un lato si invecchia sempre di più, si fanno meno figli. Del resto spesso il peso maggiore degli anziani è dato anche dal basso numero di nascite o dal fatto che in tanti decidono di trasferirsi altrove per mancanza di lavoro o per studio, aumentando così l'età media della popolazione. Se nel 2002 in Ciociaria i giovani fino a 18 anni erano 94.757 ora sono 80.800 (-14%), con un'incidenza che è scesa dal 19,5% al 16,3%. Nel capoluogo il calo è stato da 9.277 a 7.406 (-20%), mentre l'incidenza è scesa dal 19,05% al 15,9%.