Nonostante sul piano giudiziario la vicenda sia stata archiviata, sul piano sindacale arrivano le prime contromisure per i posti di lavoro promessi ai giovani in cambio di denaro. Nella giornata di venerdì, difatti, Fca ha licenziato i due dipendenti di Melfi che avevano ottenuto da un ragazzo disoccupato 5.000 euro per essere assunto in azienda.

Uno dei due lavoratori era fino a giovedì delegato del Fismic in fabbrica. Il secondo dipendente, invece, aveva fatto da intermediario tra la famiglia del ragazzo disoccupato e il sindacalista. Il ragazzo era stato effettivamente assunto da un'agenzia interinale e, dopo sei mesi di lavoro in Fca, aveva firmato il contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ma due giorni prima del periodo di prova era stato licenziato dall'azienda.

Da qui l'esposto della famiglia del ragazzo contro il sindacalista e l'intermediario accusati di aver truffato il disoccupato. Il terremoto che si è scatenato a Melfi, grazie anche alla pubblica denuncia di monsignor Todisco, fa sentire i suoi effetti anche sull'indotto Fca di Cassino e sulle segreterie locali dei sindacati. Tant'è che Fiorella Zarlenga, attivista cassinate della Fismic nella fabbrica di Piedimonte San Germano, a proposito della vicenda che si è registrata nel sito lucano tuona: «Si tratta di due truffatori non degni di appartenere alla Fismic».

Tutte le sigle locali – anche e soprattutto in vista delle elezioni del prossimo 30 e 31 maggio in Fca per il rinnovo delle Rsa – provano a smarcarsi evidenziando che si tratta di casi individuali e che le "mele marce" possono essere ovunque. Tra gli operai monta lo scetticismo, duri i commenti degli addetti ai lavori. Perché, se a Melfi il caso è accaduto due anni fa, quando il sito lucano aveva terminato gli ammortizzatori e stava facendo le prime assunzioni, più di qualcuno teme per Cassino, dal momento che, ora, si trova nelle medesima situazione e teme che in questi mesi possano accadere episodi analoghi, anche e soprattutto nelle fabbriche satelliti di Fca.

«Nel sindacato come nei partiti qualche ingenuo sognatore e una falange di furbi, finti paladini dei diritti semplicemente umani, nella realtà sfruttatori e profittatori venduti per le briciole del potere» è il duro commento di qualche cassinate sulla rete. Mentre la tensione in vista delle elezioni è sempre più palpabile e non sono escluse clamorose iniziative di protesta.