Le sette telecamere di videosorveglianza non sono sufficienti per una città, come Isola del Liri, dove la "sana e consapevole movida" si mescola,purtroppo, alla microcriminalità di vandali e teppisti, spesso anche minorenni, che molto poco hanno a che fare con eventi, serate, musica e voglia di divertirsi.

Dopo l'episodio di sabato notte, quando ignoti hanno appiccato il fuoco che ha letteralmente bruciato una palma nel giardinetto di via Abate Pistilli, nel retro della chiesa di San Lorenzo, anche il parroco, donAlfredo Di Stefano,torna a insistere sulla necessità di installare altre telecamere di videosorveglianza, «un problema che il Comune conosce bene - dice - e sul quale già abbiamo avuto diversi incontri nei mesi scorsi».

Gli occhi elettronici in città

Attualmente, il comune isolano dispone di sette impianti, funzionanti h24. Le telecamere sono installate sul ponte Roma che dà sulla cascata; due in piazza de' Boncompagni, altrettante in piazza SS. Triade, una ai giardinetti di via Po e un'altra su ponte Roma, davanti al cinemateatro. Ma, evidentemente, non sono sufficienti. Proprio l'assessore alla Cultura, Lucio Marziale, ha proposto, infatti, non solo di implementare le telecamere in città ma anche di obbligare i locali, di prossima o futura apertura a Isola del Liri, a dotarsi di impianti di videosorveglianza sia interna che esterna.

«Non solo - dice Marziale - anche i locali già aperti dovranno adeguarsi, in modo tale da avere un prezioso alleato contro chi intende infangare l'immagine della nostra città. Dove la gente e i giovani vengono per divertirsi: quello che è accaduto è un reato e, come tale, deve essere punito. Il Comune si costituirà parte civile». Pare, infatti, che ci siano già dei forti sospetti su chi, nella notte dell'ultimo weekend, abbia causato il rogo alla palma e che presto ci saranno anche risvolti.

La critica dell'opposizione

Intanto sull'accaduto non manca di intervenire l'opposizione consiliare. Lo fa per bocca di Giorgio Trombetta,componente del gruppo "Progetto Comune". «Non è questa la movida che piace a noi: bande di ragazzini abbandonati a loro stessi tra i vicoli della città, approfittando della penombra, spadroneggiano, vandalizzano e fanno uso di sostanze illecite, senza che nessuno li controlli. La movida è un fenomeno che deve essere controllato. Per la sicurezza di tutti. È impossibile che la città venga dimenticata daisuoi amministratori. Noi tutti siamo rimasti turbati e faremo tutto quanto è in nostro potere affinché si possa riprendere a passeggiare di notte per la nostra bella città ed i suoi caratteristici scorci senza timore alcuno».

Trombetta esprime anche solidarietà al parroco, don Alfredo e a tutti i cittadini del centro storico, «soprattutto quelli che ancora dopo anni passati ad ingoiare rospi non sono andati a vivere altrove rinunciando ai propri diritti. Non è passato troppo tempo da quando sono state denunciate vandalizzazioni delle auto in sosta, risse, resti di alcol e droga ovunque, defecazioni tra i vicoli, graffiti sulle case e sui portoni. Ci mancavano gli incendi! Cosa sarebbe accaduto se si fosse propagato anche al resto del cortile? Questa volta si è sfiorata una tragedia».