«Sono vescovo dei cattolici ma anche della terra e credo di dovermi occupare di tutti i suoi cittadini, perché la Chiesa può far crescere una coscienza ambientale». Parole di monsignor Ambrogio Spreafico, collegato dalla "Casa dell'amicizia" di via Badia con lo studio di "Siamo noi", programma televisivo del network della Conferenza episcopale. Il vescovo non ha usato mezzi termini: «Siamo in una terra devastata non solo a livello atmosferico ma anche - ha sottolineato - dai rifiuti tossici interrati nella Valle del Sacco. Dobbiamo uscire dall'omertà e pensare il futuro con una visione, una strategia che abbracci decenni e porti alla bonifica di questo territorio, al di là degli interessi locali e di chi vuole guadagnare sulla pelle, sulle malattie e sulla morte degli altri».
Accanto a lui Marco Arduini, presidente di Diaconia, e Marco Aversa, rappresentante di Videocoop. E con la prima, ente gestore delle attività diocesane, «abbiamo dato il via - ha continuato il vescovo - a realtà come l'agricoltura sociale (cinque ettari coltivati nella "Cda" di via Badia, ndr) e il centro di raccolta Raee (gestito da Videocop, ndr) perché vogliamo dare una prospettiva di lavoro e indipendenza alle persone aiutate nelle Caritas». E ha poi aggiunto che «in Italia si raccoglie soltanto il 19% dei rifiuti elettrici, materiali pericolosi se non smistati nel modo giusto ed è da vedere se le aziende produttrici, pur avendo fondi per lo smaltimento, lo fanno o no».
Da Ceccano, dunque, un messaggio chiaro del vescovo: «Non si può andare avanti così, si parla sempre della "Terra dei fuochi" ma questa», la "Terra dei veleni" sottaciuti, «ha sofferto e continua a soffrire».