"Cosa facciamo a Pasquetta?". "E me lo chiedi? Andiamo al Parco urbano del Matusa".

Segnali dal futuro. Tra un anno potrebbe essere questa la meta preferita dei frusinati. E non solo.

Intanto però domani almeno i tifosi non dovranno scegliere: tutti a vedere Frosinone-Novara, proprio al Matusa. Eh sì, alcuni preferirebbero chiamarlo stadio comunale, però non c'è niente da fare: il nome con il quale è conosciuto, ormai in tutta Italia grazie alle imprese sportive dei canarini, è Matusa. L'impianto è lì dal 1932, come recitano gli almanacchi calcistici. Diciamo la verità: i sentimenti prevalenti sono l'attesa e l'entusiasmo, ma pure la malinconia. Non vediamo l'ora di entrare nel nuovo stadio Benito Stirpe.

E allo stesso modo un ettaro di parco a piazza Martiri di Vallerotonda è destinato a cambiare profondamente il modo di percepire e vivere il capoluogo.

La malinconia però sarà inevitabile, pronta a trasformarsi in "nostalgia canaglia": il Frosinone calcio aleggerà costantemente sul Matusa. D'altronde, come dice Il Gladiatore-Russell Crowe, «ciò che facciamo in vita riecheggia nell'eternità». E al Matusa generazioni di frusinati sono cresciute con gli eroi di oggi e di ieri: Massimo Palanca, Luca Gabriellini, Giuliano Farinelli e tanti altri. Fino ad oggi: Daniel Ciofani e Federico Dionisi. La passione è la stessa, da quella che era la serie D alla B e alla A. La "fede" è la stessa, si trasmette geneticamente da padre in figlio (e al nipote).

Adesso però basta nostalgia preventiva. Domani non c'è alternativa: «Dai Frosinone, vinci con la forza del leone». Una Pasquetta calcistica è da incorniciare comunque, soprattutto se è l'ultima al Matusa (stadio). Il Parco urbano però promette bene, anche se adesso dobbiamo accontentarci del masterplan e del rendering. Vuoi mettere però? Tra un anno potranno esserci famiglie che si rilassano sulle panchine e ragazzi che provano l'arrampicata sul muro di cemento, anziani che passeggiano e bambini che giocano, amici che si divertono sul campo di basket e chi semplicemente ha il solo obiettivo di abbronzarsi. Ma il parco prevede perfino stanze verdi, piste ciclabili e per fare jogging. Comunque l'anima calcistica resterà scolpita. Non è per caso che il disegno del leone dominerà l'intero Parco e sarà ben visibile dall'alto. Perché in fondo il legame della memoria storica di una comunità passa dai simboli. Il leone non soltanto rappresenta Frosinone, il leone è Frosinone. La prossima Pasquetta al Parco sarà una sorta di battesimo della nuova struttura. Non assillateci con le precisazioni dal sapore burocratico: tra dodici mesi la struttura non sarà ancora terminata, il programma della realizzazione si articola in quattro step (le alberature sono previste soltanto alla terza) e tutto il resto. Lo sappiamo. Noi guardiamo alla sostanza e al sogno. Anche perché, a pensarci bene lo stadio Benito Stirpe e il Parco Matusa, in linea d'area sono vicinissimi. Sarebbe bellissimo assistere ad una vittoria dei canarini e poi andare a rilassarsi al Matusa (Parco). Magari proprio a Pasquetta. Ha ragione Jeremy Irons: «Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni». E, quando si avverano, colorano la realtà.