La percezione comune della nostra condizione economica non è certamente buona e molti approfondimenti possono spiegare le ragioni del pessimismo. Tuttavia ci sono anche alcuni dati che appaiono sorprendenti. Anche la provincia di Frosinone per alcuni versi non segue la tendenza, in particolare per quanto riguarda il numero delle localizzazioni di impresa (ossia il numero delle singole unità operative che fanno capo alla se- de legale di un'azienda). Basta dare un'occhiata alle tabelle per avere una piacevole sorpresa, visto che, dal 2000 al 2016, il totale delle attività è incrementato. Nel 2000 le imprese attive erano 40.049, nel 2016 risultano 48.357 (dati della Camera di Commercio di Frosinone).

Sempre in attivo, o quasi...

Il saldo del numero di localizzazioni tra un anno e l'altro, è stato per fortuna quasi sempre attivo: nel 2001, ad esempio, le imprese attive erano 40.793, nonostante l'incertezza data dal contesto globale. Nel 2002 poi, l'anno dell'entrata nell'euro, si è passati a 41.692 aziende attive. Anche il 2006 è stato più positivo, con 45.116 attività rispetto alle 44.114 del 2005. Una flessione si può notare, ma coincide con lo scoppio della crisi americana, quando le imprese attive sono passate da 46.479 a 46.381. Nel 2010 la provincia è tornata a pedalare, sull'elenco 47.159 imprese attive e 47.596 nel 2011. L'ultimo saldo positivo è quello appunto del 2015-2016, quando le imprese attive sono passate da 47.753 a 48.357.

I settori

Vediamo ora l'andamento relativo ai principali settori. Nel 2000 le localizzazioni di imprese attive, inerenti il commercio, figuravano in 12.950. Nel 2016 sono passate a 15.787. Segnali incoraggianti, nell'arco dei sedici anni, anche per quanto riguarda il settore degli alberghi e della ristorazione, dove le imprese attive sono passate da 2.258 a 3.908. È aumentata inoltre l'attività dei servizi, le localizzazioni sono incrementate da 1.676 a 2.131. Un altro importante ambito come quello manifatturiero è rimasto pressoché invariato, aggirandosi poco sotto le 5.000 localizzazioni attive, subendo una forte contrazione nel 2009. Più preoccupante invece la situazione delle aziende operanti nell'agricoltura e nella pesca: nel 2000 ne avevamo 7.947, l'anno scorso 5.624. Un timido sorriso per il settore delle costruzioni, che nel 2000 vedeva attive sul mercato 4.586 localizzazioni, a fronte delle 6.621 del 2016, pur considerando che quelle registrate (e non attive) sono 7.581, contro le 5.080 del 2000.

L'analisi

Doveroso sottolineare il dato complessivo, che sancisce quindi un sostanziale incremento di attività nell'arco di sedici anni, nonostante le difficoltà che, non si può negare, si sentano (lo testimonia lo stato di area di crisi complessa del nostro territorio). Una provincia però ancora dinamica, che si regge sulle brillanti iniziative di molti giovani imprenditori, molti dei quali, come abbiamo visto, estrosi nel campo del commercio e della ristorazione. Il generale dato positivo, pur nel quadro recessivo, si può spiegare con il concetto, secondo cui negli anni è cambia- to il peso dell'impresa. Se prima era molto facile trovare sul mercato delle Spa, adesso si tende molto ad optare per Srl semplificate o società di persone. Un modo per continuare a fare impresa, ma con minore possibilità di generare profitti e avere influenza nel quadro internazionale.

Il proliferare di forme semplificate può essere sicuramente collegato a un maggiore acceso al credito o a una serie di agevolazioni fiscali, come ad esempio il regime dei minimi. Tutto questo fornisce la possibilità a molti giovani imprenditori di avviare un'attività senza rischiare particolarmente il proprio capitale. Entrano così nel mercato soggetti meno capaci di attrarre investimenti ma probabilmente dotati di originalità e determinazione. Un quadro particolare che va tenuto d'occhio, anche per adeguare le risposte al nuovo contesto, consci del fatto che il capoluogo può dare ancora tanto.