Una sorta di "Food Valley" che unisca le province di Frosinone e Latina, per non dipendere esclusivamente dall'automotive o dal comparto chimico-farmaceutico. Con al centro progetti di promozione comuni che favoriscano le esportazioni. Tutto basato sullo stop alla frammentazione delle risorse.
È la rotta tracciata ieri nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alla Camera di Commercio di Frosinone, alla quale hanno preso parte il presidente Marcello Pigliacelli, l'assessore regionale all'Ambiente Mauro Buschini, il direttore della Coldiretti Lazio Aldo Mattia e il presidente del polo fieristico di Sora Alberto Elisii.
L'appuntamento, servito per rendere noto il bilancio della seconda edizione di Agralia, ha fatto emergere importanti novità relative al futuro della stessa manifestazione che, come evidenziato da Elisii, «ha fatto registrare un notevole successo di pubblico (più di 26.000 presenze) e di espositori (oltre 250 imprese). Da sottolineare – ha aggiunto – l'iniziativa promozionale "La Natura entra in Cartella", che ha visto la partecipazione di oltre 3000 studenti», i quali hanno preso parte ai workshop e ai vari progetti didattici. «Si è trattato di un risultato lusinghiero, ottenuto anche grazie alle istituzioni che hanno creduto e sostenuto Agralia, iniziativa che, unitamente ad altre, punta a creare, nel polo fieristico di Sora, manifestazioni espositive rappresentative di realtà economiche ed imprenditoriali del centro sud, a tutto vantaggio dell'economia e della conseguente creazione di posti di lavoro».

A lanciare il progetto basato su una strategia comune tra Frosinone e Latina è stato, invece, il direttore regionale della Coldiretti Aldo Mattia, in qualità di presidente della azienda speciale Agrocamera. «Agralia – ha sottolineato - si è accreditata, in appena due anni, come la Fiera dell'agricoltura di tutto il Basso Lazio. Ritengo che spendere risorse pubbliche per promuovere doppioni nel raggio di pochi chilometri di distanza sarebbe una scelta decisamente sbagliata. Le capitali dell'agricoltura laziale sono, indiscutibilmente, le province di Latina e Viterbo che esprimono produzioni di livello sia in quantità, che in qualità. Seppure la Fiera è nata a Sora, in provincia di Frosinone, questo non rappresenta di certo un problema, come dimostra il fatto che migliaia di imprenditori agricoli pontini risultano essere tra i visitatori di Agralia. È quindi, importante che le distanze tra Frosinone e Latina si accorcino sempre di più nel comune interesse di una integrazione sempre maggiormente effettiva e produttiva tra due province e due economie che, insieme, rappresentano una comunità di oltre un milione di abitanti e una voce pesante del Pil, non solo agricolo, della regione Lazio. Evitiamo, quindi – ha concluso - la frammentazione di queste iniziative, le risorse finanziarie oggi sono poche ed è giusto convogliarle su pochi, selezionati eventi rappresentativi di territori vasti».

Di risultato importante ha parlato Marcello Pigliacelli «È normale, quando si lavora in maniera sinergica, che il bilancio che viene fuori è entusiasmante. Ho sempre creduto – ha chiosato – che l'agricoltura sia un aspetto importante della nostra economia regionale. Non bisogna, però, dimenticare che per ottenere risultati del genere bisogna affidarsi a chi possiede competenze specifiche, come quella che contraddistingue Agrocamera. Poi il gioco di squadra fa il resto, così come è accaduto in questa seconda edizione della manifestazione che ha raggiunto risultati davvero ragguardevoli». A chiudere i lavori, raccogliendo così le istanze di quanti spingono per una progetto comune tra la Ciociaria e il Pontino, è stato l'assessore regionale Buschini. «Il successo di Agralia – ha affermato - è sì legato agli investimenti ma anche a una grande capacità di organizzazione. Ma soprattutto all'opera di persuasione di Aldo Mattia nei confronti della Regione. Con questa Fiera abbiamo intrapreso la strada giusta per il futuro dell'agricoltura. Non solo della provincia di Frosinone ma anche del resto del Lazio. Puntare sul settore è anche un modo per dare un calcio alla crisi».